La Madonna delle Galline nelle foto dell'archivio Cuneo-Puzo - Le Cronache Pagani
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La Madonna delle Galline nelle foto dell’archivio Cuneo-Puzo

La Madonna delle Galline nelle foto dell’archivio Cuneo-Puzo

Inaugurazione. Sabato 12 ottobre 2024, ore 18.30, salone dell’Annunziatella, Santuario Madonna delle galline, via Striano. La manifestazione, è promossa dall’associazione culturale Ambress’…Am..press, dal Museo delle Civiltà, dall’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale, dal Dipartimento Studi Politici e Sociali dell’Università degli Studi di Salerno, dal Comune di Pagani e dell’Arciconfraternita S. M. Incoronata del Carmine, detta della galline, con il contributo di Conserve Marrazzo Carmine Srl, “Casa Marrazzo”. Dopo l’anteprima del 9 settembre 2024, avvenuta nel corso della “Festa di Fine Campagna”, svoltasi presso “Casa Marrazzo”, il 12 ottobre alle ore 18.30, ci sarà l’inaugurazione della mostra fotografica, dove verranno esposte in prima assoluta, 51 fotografie stampate in grande formato. Queste fotografie sono solo una piccola parte della testimonianza del lavoro compiuto da Sabina Cuneo (Roma, 2 febbraio 1956 – 9 settembre 2016), con la collaborazione di Carmine Puzo, sulla Festa della Madonna delle galline dalla fine degli anni Novanta. La serie completa, depositata presso il Museo delle Civiltà, si compone di 2.069 scatti in pellicola bianco e nero.La mostra sarà visitabile tutti i giorni dalle 9.00. alle 12.00 su prenotazione, e dalle 17.00 alle 20.00.

La serie Pagani (dedicata alla documentazione pluriennale della festa della “Madonna delle galline” nel paese del salernitano), è parte di uno straordinario fondo archivistico, costituito in anni di lavoro e d’impegno scientifico e culturale da Sabina Cuneo, con l’importante contributo e l’importante collaborazione di suo marito, Carmine Puzo. Il fondo Cuneo-Puzo, giunto al Museo delle Civiltà (MuCiv) in Roma, per donazione della madre di Sabina, essendo entrambe gli autori prematuramente scomparsi, ha dimensioni straordinarie (oltre 500.000 fotogrammi su pellicola, prevalentemente b/n, e da un numero ancora imprecisato, ma elevatissimo, di files digitali b/n e colore). Il fondo, che copre un arco di tempo che va dagli inizi degli anni Novanta sino al 2015 circa, prende in esame essenzialmente il sistema festivo, cerimoniale e rituale legato alla religiosità popolare, con un’esplorazione capillare relativa a Roma e ad alcune località del Lazio, all’Abruzzo e al Molise, alla Campania, alla Lucania, alla Puglia, alla Calabria, alla Sicilia e alla Sardegna. Sono molte centinaia le occasioni festive, legate al ciclo dell’anno, documentate in modo più o meno approfondito, con una ricerca capillare che investe praticamente tutti i centri di maggior rilievo in cui la pubblicistica etnografica e antropologica ha individuato manifestazioni degne di attenzione peculiare. Sono documentate feste patronali, pellegrinaggi presso santuari, rituali terapeutici e magico-religiosi, feste di Carnevale, feste legate al ciclo della Settimana Santa, al Corpus Domini e ad altre scadenze liturgiche, cerimonie connesse con il culto dei morti. Molte volte è attentamente descritto il backstage delle occasioni con un focus sui principali protagonisti, sugli aspetti di cultura materiale connessi con le pratiche rituali, e di patrimonializzazione delle occasioni e dei reperti. Molte volte ancora lo sguardo dei fotografi si allarga alle forme dell’abitato, alla cultura materiale e alle attività produttive, specialmente quando queste presentano connessioni con gli universi rituali. L’osservazione delle occasioni festive, molto frequentemente era ripetuta per più anni (per quanto concerne Pagani, a esempio, tre anni, il 1996, il 1997 e il 1999). I ritorni nei luoghi erano caratterizzati dalla volontà di osservare eventuali modificazioni del quadro festivo, ma anche dal bisogno di completare una documentazione che, a giudizio dei due autori, appariva a volte lacunosa. Le riprese erano accompagnate, per quel che concerne Cuneo, da appunti redatti su taccuini di lavoro attraverso i quali erano poi stese schede etnografico-antropologiche relative alle principali occasioni osservate. Ciò che emerge da questo imponente lavoro complessivo (e che è ben riverberato nella selezione di immagini della festa di Pagani effettuata per questa occasione) è l’importanza fondamentale del momento festivo nel plasmare, dal punto di vista culturale e sociale, le comunità marginali (e non solo, penso al lavoro su Roma e sul circondario di Napoli, a esempio) nel Mezzogiorno d’Italia, nel restituire un elemento di aggregazione identitaria all’interno di un mondo aggredito dalla globalizzazione, da processi accelerati di spopolamento e di terziarizzazione forzata. L’occhio di Cuneo e di Puzo è molto attento non soltanto a evidenziare, punto per punto, la fenomenologia rituale, restituendola in immagini altamente significative, ma anche nell’individuare quegli snodi ermeneutici che consentono di iniziare ad abbozzare una teoria interpretativa dell’evento preso in considerazione. Una cura sempre attenta è posta nell’identificare i leaders di festa, isolando icasticamente le norme, le funzioni, i valori, i ruoli loro preposti, ma restituendo anche i regimi emotivi che presiedono alla loro performance e alla loro relazione con il più vasto contesto comunitario. Prof. Francesco Faeta

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