di Erika Noschese
“La salud es un derecho del pueblo, non se puede comercializar pero en los últimos tiempos estos derechos se están perdiendo y la gente no reacciona pero si no puedes luchar por tus derechos ¿cómo podemos esperar que sean solidarios con nosotros?”. La salute è un diritto del popolo, conquistata anni e anni fa ma negli ultimi tempi si stanno perdendo questi diritti e i cittadini non hanno reazioni. Ed è questo che ci preoccupa, che ci ha colpito: se non siete capaci di lottare per i propri diritti come possiamo sperare che siano solidali con noi?. A chiederselo Aleida Guevara, figlia di Ernesto “Che” che, ieri mattina, ha visitato il Comune di Cava de’ Tirreni e nel pomeriggio è stata a Salerno, presso la Casa della Sinistra, per partecipare ad un dibattito sul diritto alla salute. La visita nel salernitano di Aleida Guevara è stata organizzata dal circolo Giangiacomo Feltrinelli, associazione nazionale Italia Cuba che ha ospitato il medico pediatra, in servizio presso l’ospedale Soler Children di William a L’Avana. La figlia del Che ha anche lavorato come medico in Angola, Ecuador e Nicaragua. Aleida ha fatto parte dei contingenti di volontari medici che operano in Africa e in America Latina. Dal 2009 Aleida Guevara aiuta a gestire due case per bambini disabili a Cuba e altre due per bambini rifugiati con problemi domestici. Come pediatra specializzata in allergie infantili, è stata anche coinvolta nel supporto medico per una comunità nell’area allagata intorno a Río Cauto nella parte orientale di Cuba, mentre ha annunciato piani per lavorare sull’Isola della Gioventù, che è stata devastata da diversi uragani del 2008. La visita a Cava de’ Tirreni, a Salerno città e in giro un po’ per la provincia. Ha avuto modo di apprezzare le bellezze salernitane… “Io non posso dare una mia opinione su una provincia che non conosco perché vedo persone che hanno legami con Italia-Cuba, con la sinistra e non posso dire nulla se conosco solo un piccolo luogo, non sarebbe giusto dare la mia opinione ma questo luogo è per me molto importante perché guarda alla memoria storica di un popolo e non deve essere dimenticata, mai. E’ fantastico quando le persone, soprattutto i bambini, possono venire in questi luoghi e sapere ciò che vedono questo li aiuta a crescere come uomini e donne, degne del loro popolo, con l’amore verso queste radici”. Siamo in una fase abbastanza delicata dal punto di vista sanitario, l’Italia prova ad uscire fuori dalla pandemia e lei, in più occasioni, ha raccontato come Cuba sta provando a vincere questa battaglia contro il covid… “Non siamo fuori dal Covid, abbiamo ancora problemi a Cuba ma abbiamo cinque vaccini nostri. Stiamo lavorando con due vaccini, inoculando dosi in maniera massiccia: quando sono partita da Cuba, quasi 15 giorni fa, avevamo quasi 3 milioni di persone vaccinate, almeno con una dose e oltre 300mila con tre dosi (perché a Cuba le vaccinazioni si effettuano con tre dosi); ora, immagino che siamo molto più avanti perché quando sono partita da Cuba, partiva la campagna di massa per tutta la popolazione: immagino che l’Avana, la città più grande, ha quasi terminato le vaccinazioni, almeno nei grandi comuni, più popolati dove è stato più difficile controllare la pandemia”. Crede che il vaccino possa essere la soluzione? “No, non è la soluzione, fidati. La vera soluzione è proteggerci mantenendo le distanze, indossare la mascherina ma stiamo lavorando anche con i vaccini, per raggiungere l’immunità di gregge, non sappiamo per quanto tempo concede l’immunità ma a breve lo scopriremo. Per questo, è importante prestare attenzione, soprattutto anziani e bambini. Suo padre, in tutto il mondo, è un mito, un riferimento soprattutto quando si parla di rivoluzionari. Cosa ricorda di suo padre, ora? “In Italia ci sono stata molte volte, attraverso Italia-Cuba e altre associazioni che sono molto solidali con il Brasile. Ho lavorato tanti anni con il movimento “Sin tierra de Brasil”. Una bella immagine di mio padre, soprattutto tra i giovani ed è fantastico. Ho partecipato ad una conferenza all’Università di Napoli e siamo stati in una zona molto simile a L’Avana vecchia di Cuba e quando stavamo lì alcuni ragazzi mi guardavano, chiesi il perché e loro mi risposero “tu sei la figlia del Che?” e io ho risposto “sono io, toccami, in carne ed ossa”. Tutto questo è interessante, lo vivono come un mito e lo “separano” dalla realtà: Che Guevara è un uomo, cresciuto tra le difficoltà, ha lottato per i suoi ideali fino all’ultimo giorno ed è questo che dobbiamo tener presente”. Ha partecipato ad un dibattito sulla salute pubblica, tema particolarmente delicato in questa fase. Secondo lei, c’è il rispetto del diritto alla salute? “A Cuba sì, assolutamente. In Italia no, non credo. La salute è un diritto del popolo, non si può privatizzare un diritto, non si può commercializzare perché quando ti chiedono quanto pagheresti per la vita di tuo figlio, ad esempio, non ci sono soldi al mondo per pagare la vita del tuo bambino così come non si può convertire in mercanzia. La salute è un diritto del popolo, conquistata anni e anni fa, conquistò occasioni gratuite, il lavoro, cose belle per il suo popolo ma negli ultimi tempi si perdono questi diritti e i cittadini non hanno reazioni. Ed è questo che ci preoccupa, che ci ha colpito: se non siete capaci di lottare per i propri diritti come possiamo sperare che siano solidali con noi?”. (traduzione a cura di Erika Noschese)
“Se voi non siete in grado di lottare per i vostri diritti, cosa ci aspetta?”
Erano da poco trascorse le 10 quando Aleida Guevara, figlia del rivoluzionario Che è giunta, accompagnata dall’ex parlamentare, al Comune di Cava de’ Tirreni. A fare gli onori di casa il consigliere uscente di Salerno Gianpaolo Lambiase, candidato sindaco di Salerno di Tutti; Loredana Marino, segretario provinciale di Rifondazione Comunista e da molti esponenti provenienti da tutta la provincia di Salerno. Per Aleida Guevara la prima tappa è stato “Il Giardino della Resistenza”, in viale Crispi nella villa comunale Falcone e Borsellino. A fare da guida proprio la Marino che ha raccontato la storia degli antifascisti, di chi è morto per i propri ideali ma soprattutto di chi, quegli ideali, li ha difesi fino all’ultimo giorno. Dopo la visita in villa, Guevara ha tenuto un incontro privato con il sindaco Servalli e alcuni consiglieri di maggioranza, tra le quali Filomena Avagliano. Successivamente, il primo cittadino ha illustrato le sale del Palazzo. “In Italia Aleida ha avuto la dimostrazione che c’è tanta gente amica del popolo cubano, delle persone – al di là delle ideologie e dei governi – e ci battiamo affinché ci sia amicizia – ha dichiarato Andrea De Simone, tra i promotori di questa iniziativa – Ho avuto la possibilità di constatare che Cava de’ Tirreni è conosciuta un po’ in tutta Europa ma anche nel mondo, una città ospitale che non dimentica la sua storia”. Nel corso del suo intervento, la figlia del Che ha lanciato un appello alla solidiarietà, come ha dimostrato in più occasioni il popolo cubano.
“Trovo meraviglioso il fatto che una città riesca a custodire così bene le radici del suo popolo, la storia deve restare attiva perchè quando noi sappiamo chi siamo possiamo capire anche gli altri popoli – ha detto Aleida Guevara – In questi giorni, per le varie città, ho avuto la città di ricordare anche le tradizioni cubane perchè in Europa c’è ancora il problema dell’emigrazione e mi stranisce come il popolo italiano non abbia memoria del suo passato da popolo che ha emigrato”. Per la figlia del rivoluzionario Guevara è necessario un piano di sviluppo sociale nei paesi più poveri, con le persone costrette a lasciare le loro terre per necessità, e l’intervento del popolo che si oppone al governo per non alimentare le guerre. “Dobbiamo chiederci cosa stiamo facendo per la nostra terra, dobbiamo renderci conto dei problemi perchè la vecchia Europa ha lottato per il diritto dei lavoratori, per il diritto alla salute pubblica, all’educazione pubblica e in questi ultimi anni si stanno perdendo questi diritti”, ha aggiunto la donna che chiede al popolo italiano di intervenire, di far sentire la propria voce perchè “noi abbiamo bisogno della solidarietà dei popoli ma se voi non siete capaci di lottare per i vostri diritti cosa possiamo aspettarci noi?”.