Il Congresso mondiale della Famiglia che si celebra a Verona ha alimentato il dibattito anche nella città di Salerno dove sono state allestite anche delle manifestazioni tese a dissentire su quello che è l’obiettivo del Congresso delle Famiglie. Salerno come le altre città italiane è divisa. Sull’argomento è intervenuto il parlamentare salernitano Alfonso Andria. “La famiglia non si tutela con le barricate, men che meno rimettendo in discussione – peraltro senza che ve ne siano le condizioni – leggi che riflettono scelte ampiamente condivise, sia pure in un contesto di pluralismo culturale, dalla coscienza civile del Paese. Un impegno serio in favore della famiglia deve, al contrario, concentrarsi sulla richiesta di concreti interventi di sostegno attraverso fondi e servizi adeguati. Il tono che caratterizza il Congresso di Verona, a mio avviso, inaccettabile, certamente non aiuta la ricerca di soluzioni a problemi reali e anzi spesso si si traduce nel disprezzo e nell’insulto verso intere categorie di cittadini. Anche il Papa non ha voluto esimersi da un commento definendo l’iniziativa “giusta nella sostanza ma sbagliata nel metodo”. E infatti, sulla carta, i temi sono la centralita ̀ della famiglia nella societa ̀ , la promozione della natalita ̀ , il rispetto della donna. Ma poi l’uso che di questi argomenti si fa è ben altro e assai elevato è il tasso di strumentalità che connota le varie adesioni da parte delle forze politiche, in specie quelle di maggioranza, all’interno delle quali diverse sono le voci fuori dal coro! Persino tra esponenti dell’Esecutivo (Salvini e Spadafora) che danno spettacolo con botte e risposte velenose, fortemente indicative di un malessere ormai non più sommerso che addirittura potrebbe preludere alla rottura della solidarietà politica, o meglio rappresentare l’utile pretesto perché si consegua quell’obiettivo da tempo perseguito dalla Lega. Del resto qualche imbarazzo l’iniziativa già lo aveva suscitato: la Presidenza del Consiglio dei Ministri dopo aver accordato il patrocinio lo ha ritirato; il Presidente della Regione Veneto, il leghista Luca Zaia ha espresso, con coraggio e nettezza, forte preoccupazione per gli equivoci grossolani e fuorvianti che si stanno creando: “se in questa discussione c’e ̀ una patologia e ̀ l’omofobia, non l’omosessualita ̀ ”. La coscienza democratica di questo nostro Paese è nell’attitudine al confronto che i Cittadini sono abituati ad esercitare sui grandi temi che regolano la convivenza civile in una Comunità nazionale matura, che non si lascia condizionare acriticamente dal capopopolo di turno!”.
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