La Curva sud saluta il rivale Padre Fedele - Le Cronache Salernitana
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La Curva sud saluta il rivale Padre Fedele

La Curva sud saluta il rivale Padre Fedele

Ricoverato da setti- mane nel reparto di geriatria di una clinica alle porte di Cosenza, Padre Fedele Bisceglia (nella foto) si è spento all’età di 87 anni. Figura controversa e amatis- sima, ha rappresentato per de- cenni un punto di riferimento per i poveri e per i tifosi del Co- senza Calcio. Nel 2006, la sua immagine pubblica fu scossa da una pesante accusa: una suora lo denunciò per violenza sessuale. L’arresto, il clamore mediatico e il successivo processo determi- narono la sua sospensione a di- vinis, con divieto di celebrare Messa e l’allontanamento dal- l’Ordine dei Cappuccini. Per anni, il nome di Padre Fedele fu associato più al procedimento giudiziario che alle sue opere di carità. Tuttavia, dopo quasi un decennio, nel 2015 fu assolto in

secondo grado e nel 2016 la Corte di Cassazione confermò la sua innocenza con la formula “il fatto non sussiste”. Nonostante la completa riabilitazione in sede giudiziaria, la Chiesa non revocò mai la sospensione. Più volte Padre Fedele chiese ufficial- mente di essere reintegrato, senza successo. La sua morte ha suscitato cordoglio in tutta la

città, tra messaggi commossi di politici, cittadini e associazioni. L’annuncio della sua scomparsa è stato affidato alla pagina Face- book de Il Paradiso dei Poveri, l’associazione che aveva fondato e seguito fino agli ultimi giorni. Nel post si legge: “Padre Fedele ha dedicato tutta la sua vita agli ultimi, ai poveri, agli invisibili. Con amore instancabile ha fon- dato e portato avanti questa re- altà, lasciandoci in dono il suo esempio di carità, giustizia e fede”. Il messaggio si chiude con una frase attribuita al frate: “Si deve concedere perdono al fra- tello per riceverlo da Dio”, un concetto che riassume bene la sua visione del mondo e il senso del suo percorso umano e reli- gioso. Anche gli ultras della Curva Sud Siberiano hanno vo- luto ricordare il “rivale” Padre Fe-

dele con un post: “Ciao Padre Fedele, la croce nel cuore e la mano tesa alla sofferenza, agli ultimi a quelli che nessuno vo- leva. Gesti concreti e non solo concetti astratti. Uno che amava “fare” piuttosto che teorizzare. Concetti semplici quanto essenziali come la fra- tellanza e la solidarietà in una società sempre più votata al- l’individualismo. Amico degli ultrà. Come non ricordare il primo raduno ultras a Fu- scaldo nell’estate del 1985? Aveva prima di tutti capito che con “quei ragazzi” bisognava parlare, capire il loro linguag- gio, quando l’opinione pub- blica ci guardava con sospetto e diffidenza. Il mondo ultras ha perso un amico. Maracanà Maracanà…. Ciao padre Fedele Salerno ti onora”.