di Aniello Palumbo
“ Un vino non può costare 2 euro! Se solo si pensa a quanto costano una bottiglia di vetro, la capsula, l’etichetta, il tappo , il trasporto e la distribuzione, si può facilmente immaginare la qualità del vino che c’è in una bottiglia che costa 2 euro. Non si può pensare di bere un vino da 30 – 40 euro a bottiglia ogni giorno, ma ci sono dei buoni vini medi che costano tra i 6 e i 7 euro”. A spiegare le qualità che deve avere un buon vino è stato il dottor Nevio Toti , Delegato dell’Associazione Italiana Sommelier (AIS) dell’Area di Salerno, durante la conviviale rotariana dedicata al vino, organizzata dal presidente del Club Rotary Salerno Est, l’avvocato Carmine Napoli, su proposta del prefetto del Club, la professoressa Maurizia Albano, sommelier dell’AIS. Il dottor Nevio Toti si occupa dell’organizzazione e della gestione di tutte le attività dell’AIS Salerno, compreso corsi per sommelier e attività formative a tutti i livelli:” In pratica tutto ciò che è inerente alla promozione della cultura del vino”. Il dottor Toti ha spiegato che l’Associazione Italiana Sommelier organizza corsi di qualificazione professionale per Sommelier articolati in tre livelli:” Permettono di entrare nell’affascinante mondo del vino. Al termine dell’intero percorso formativo è previsto un esame, non semplice, di abilitazione, superando il quale si consegue il titolo di Sommelier AIS”. Il dottor Toti, che è anche Degustatore Ufficiale, ha spiegato alcuni concetti importanti per imparare a degustare il vino:” Determinanti per poterne apprezzare ogni sfumatura sensoriale e, in particolare, per esprimere un giudizio sulla sua qualità. Attraverso l’esame visivo e gusto – olfattivo, si possono capire alcune delle qualità di un vino: valutiamo se ci sono impurità nel vino; la tonalità del colore ci indica lo stato di evoluzione di un vino; la consistenza, che valutiamo facendo roteare il vino nel bicchiere: più è lento nel girare nel bicchiere e più ha materia al suo interno. E’ anche importante quantificare il profumo che ci arriva al naso”. Il dottor Toti ha anche ricordato che la Campania è una grande realtà enologica e spiegato che la cultura del vino si sta diffondendo anche in Cina: ” Quando in Cina si comincerà a bere vino in modo serio, il vino prodotto nel mondo non basterà più”. Fondamentale è l’abbinamento tra cibo e vino: ” Per quanto riguarda l’abbinamento Cibo – Vino, l’AIS usa un metodo basato sul principio della Concordanza, che consiglia di abbinare ad esempio un vino dolce a un cibo dolce; un piatto aromatico con un vino profumato; e sul principio della Contrapposizione che valuta la sapidità, la tendenza amarognola, quella acida, dolce, l’untuosità, la grassezza e la succulenza del cibo”. Il dottor Luca Matarazzo, sommelier dell’AIS, degustatore ufficiale, che attualmente opera in Toscana, ha sfatato un mito:” Ostriche e champagne non vanno bene insieme: l’ostrica tende ad avere una sapidità eccessiva e lo champagne aumenta questa sapidità rendendo tutto molto salato. Bisogna abbinare invece un vino morbido, ad esempio uno Chardonnay di Borgogna. Anche nel caso di una torta, non va bevuta una bollicina secca, ma uno spumante dolce”. Durante la serata per far comprendere maggiormente l’importanza degli abbinamenti con le pietanze, sono stati degustati un bianco (Fiano San Matteo – 2018) e un rosso (Aglianico Le Ghiandaie – 2016) della “Cantina Alfonso Rotolo” di Rutino, nel Cilento. “Si può anche degustare il rosso con il pesce e il bianco con la carne, ma sempre rispettando alcune regole: ogni piatto ha il suo vino adeguato. E’ una questione di equilibri”. ha spiegato il dottor Nevio Toti che durante la serata è stato coadiuvato dalle sommelier Elena Barretta, Norma Russo e Ludovica Serio.