di Monica De Santis
Il primo lockdown è stato sicuramente uno dei periodi più brutti vissuti dagli italiani, ma è stato anche un periodo che ha dato vita a tante cose belle di cui oggi possiamo godere. Tra queste “Salerno in cucina ieri e oggi” un libro nato proprio durante il primo lockdown, quando costretti a stare in casa, gli iscritti all’Associazione “Amici dell’Arco Catalano” per passare il tempo si inviavano, come ha raccontato il presidente Ferdinando Cappuccio, sul loro gruppo whatsapp, foto delle pietanze che preparavano. Prima le foto, poi le ricette, poi i consigli, fino alla decisione finale, raccoglierle tutte in un volume di ricette, o meglio un grande atto d’amore collettivo. Il volume presentato ieri pomeriggio nel Salone dei Marmi di Palazzo di Città, alla presenza del primo cittadino Vincenzo Napoli, è un’opera che affonda le radici nella cultura plurimillenaria della città di Salerno. Dai precetti della Scuola Medica Salernitana fino al prezioso patrimoniale familiare della borghesia cittadina, alla memoria delle tradizioni antiche tramandate di generazione in generazione; passando per la Dieta Mediterranea. 238 pagine che racchiudono non solo ricette della tradizione, ma anche ricette dettate dai 12 chef stellati presenti nella provincia di Salerno e pagine di storia sulle tradizioni del nostro territorio… “Per noi Salernitani appassionati di gastronomia e di vini chiarire se esiste una scuola salernitana diversa da quella napoletana è stato sempre un obiettivo da raggiungere. – spiega Ferdinando Cappuccio – Elencare piatti come la “meveza” o la colatura di alici non poteva dare una risposta esaustiva. Grazie agli appassionati soci “Amici dell’Arco Catalano”, che mi onoro di rappresentare come coordinatore, forse questa domanda può trovare risposta. Infatti, con la collaborazione anche di altri amici e con la supervisione di Bruno Centola e del compianto Massimo Spagnolo, i miei soci, supportati dalla passione dell’editore, hanno ricercato, cucinato, discusso di una serie di elaborazioni, cercandone l’origine, la ragione e l’evoluzione, anche attraverso una costante ricerca. hanno, altresì, individuato alcuni prodotti la cui esistenza ha fatto scaturire, insieme con la stagionalità delle tradizioni, altri piatti”. Nel volume spazio anche al Giardino di Matteo Silvatico con un testo scritto da Luciano Mauro, responsabile del Giardino della Minerva. Quasi tutte le ricette sono corredate da fotografie… “Ma non si tratta di foto professionali – spiega ancora Cappuccio – bensì di foto che abbiamo fatto noi soci, ogni volta che cucinavamo uno dei piatti presenti nel libro, questo per dimostrare che tutto ciò che abbiamo raccolto è stato frutto di un lavoro svolto da persone comuni, con un’unica passione in comune la cucina e l’amore per la città di Salerno”. Il libro è stato apprezzato anche dal sindaco di Salerno Vincenzo Napoli, che si è complimentato con gli autori per l’ottimo lavoro fatto.