di Olga Chieffi
Il teatro Verdi riapre le sue porte al pubblico, questa sera, alle ore 20 con il tour dantesco di Vinicio Capossela, come seconda tappa del suo Bestiario d’Amore, dedicata, però, interamente a Dante Alighieri, e alla Divina Commedia, che, nella re-invenzione artistica di questo estroso e originalissimo cantautore e narratore, diventa la Bestiale Comedìa, omaggio e celebrazione dei 700 anni della morte del Sommo Poeta. L’ambizioso progetto cultural-musicale di Capossela è un viaggio dentro di noi, e dentro le nostre angosce più nascoste e, forse, rimosse, alla stessa maniera di quello dantesco, solo che esso non avviene tra i morti, nell’aldilà, bensì tra i vivi, nell’aldiqua, nel nostro presente e all’interno delle nostre paure. Il viaggio intende fornire suggerimenti e indicazioni sui percorsi e sugli itinerari da intraprendere, da parte di una umanità smarrita. Umanità smarrita non solo per la devastante esperienza della pandemia da Covid, che da più di un anno e mezzo sta vivendo, e che sta sottraendo a ciascuno di noi, le “umane sembianze”. Vinicio Capossela non è nuovo a questi riferimenti danteschi, con veri e propri calchi e ri-scritture, a proposito del doppio album del cantautore, Marinai, profeti e balene, all’interno del quale le re-invenzioni dantesche sono ben tre. Infatti, sono diverse le “tracce” dantesche presenti nel doppio Marinai, profeti e balene, Dimmi Tiresia, Nostos, e Le Sirene. L’Ulisse omerico ha suscitato, sin dai tempi più remoti, una straordinaria e multiforme quantità di ri-scritture, e di ri-narrazioni, per analogie o per contrasto. Nel solco di questa tradizione, s’inserisce, quindi, Vinicio Capossela, operando una contaminazione tra l’Ulisse omerico e quello dantesco. Anche Tiresia, il celebre indovino greco è stato sempre oggetto di riprese. Questo nuovo progetto dantesco di Vinicio Capossela, questa sua Bestiale Comedìa, proporrà un itinerario tra dannati, purganti e beati, soffermandosi sulle creature bestiali (i mostri della Comedìa, alcuni di invenzione originale di Dante, altre, invece, frutto del ri-uso che lui faceva, come era consuetudine nel Medioevo, della grande cultura classica pagana, greco-latina, manipolandola in chiave cristiana). Il concerto per celebrare l’anniversario della morte di Dante Alighieri attingerà dunque da questa vasta discografia: un vero e proprio viaggio nell’aldilà tra santi, creature mitiche, bestie, eroi e, soprattutto, peccatori. I compagni di questa impresa saranno due musicisti di grande talento, il poliedrico Vincenzo Vasi e il virtuoso Raffaele Tiseo, che come Virgilio e Beatrice affiancheranno il cantautore e gli daranno coraggio nel confrontarsi con una delle opere più vaste, monumentali e magnifiche della storia della letteratura mondiale. Saremo, così subito protagonisti in questo viaggio dantesco, dove Il povero cristo rappresenta l’affrancamento dalla bestialità, in una versione acustica basata su violino, pianoforte e percussioni. Entriamo nell’inferno, dove ognuno è chiuso nella sua dannazione, le Nuove “Tentazioni di Sant’Antonio”. Come Dante venne condotto da Virgilio e salvato dalle fiere, così Capossela racconta che il suo piccolo Virgilio è stato Amedeo Modigliani, al quale ha dedicato la bellissima “Modì”, canzone che quest’anno compie 30 anni. Un amore quello per Modigliani, che snocciolava a memoria versi della Comedìa mentre dipingeva. Per emulazione Capossela provò a imparare a memoria la Comedia e lì vi avrà trovato la perfezione delle terzine, la Musica e il Ritmo. Quindi, in Marinai, profeti e balene, che è un disco sul mare come luogo del Fato, le figure dell’Ulisse del canto XXVI e quella di Achab, del poema sacro di Melville si uniscono nel comune destino di sepoltura in mare e da queste figure che hanno attraversato i secoli ecco la Bestiale comedia che avrà quali stazioni, la via Crucis che di giorno in giorno percorriamo.