Fuori dall’ultimo Dpcm questa professione rischia di scomparire pur continuando a versare tasse e diritti a tutti
Di Armando Cerzosimo
Per mia natura molto riservato e poco incline alle polemiche oggi mi trovo in una difficoltà oggettiva a capire alcune dinamiche degli aiuti e delle strategie nazionali, regionali e credo anche locali. Premesso che non vorrei essere ingeneroso versi gli altri settori, ma possibile mai che degli Studi fotografici, ovvero di attività con tanto di codice Ateco ( pagato presso la Camera di Commercio), con tanto di tasse nazionali, comunali, Inps, fitto e tutto quello che compete, nessuno parli o, meglio, nessuno ricordi una categoria che nel settore delle cerimonie (odio il termine wedding, la lingua italiana è bellissima) conta moltissimo, ed è stata penalizzata con un calo valutabile circa dell’ 80 %. Le risposte, tutte elusive, recitano che siamo pochi. E che vuol dire? Che dobbiamo soccombere e pagare tasse e Inps per aiutare i numerosi? Logica medievale e assurda, dove sono le grandi confederazioni cittadine CNA, Claai, Confartigianato, e, ancora, il Comune, la Regione, la Camera di Commercio che ha aumentato anche i diritti camerali. Gli amministratori si sono mai posti il problema di come affrontare in maniera dignitosa il nostro comparto? Inizierò a lottare per il mio studio e la mia categoria, lo farò con dei colleghi che solo ora hanno capito il rischio sociale, il baratro cui stiamo andando velocemente ad impattare, ovvero, quello di scomparire dalla mappa dei mestieri e delle professioni, lasciando spazio ai tanti improvvisati e abusivi. Uno sfogo, questo, dettato da una amarezza dovuto a questo disconoscimento dettato da superficialità, di un lavoro onesto e responsabile.