Oggi, matinée alle ore 11, nella sala Consiliare del Comune di Cava de’ Tirreni, per un rècital monografico dedicato al nome più importante della storia del mandolino. Una scelta dei Concerti di Villa Guariglia in Tour
Di OLGA CHIEFFI
Un’onda napoletana invaderà stamane l’aula consiliare del Comune di Cava de’ Tirreni. Troppo frequentemente si associa il mandolino a un’immagine folkloristica e popolare della città di Napoli, depauperandolo del suo alto valore musicale. Il Motus Mandolin Quartet, composto da Nunzio Reina e Michele De Martino al mandolino, Raffaele La Ragione alla mandola e Salvatore Della Vecchia al liuto cantabile, ospite di un matinée fissato per le ore 11, voluto fortemente da Antonia Willburger organizzatrice dei cConcerti di Villa Guariglia in Tour, omaggerà il Paganini del mandolino, Raffaele Calace, per la forza e l’espressività delle sue opere; grande concertista di liuto cantabile applaudito in tutto il mondo, studiò e perfezionò il mandolino rendendolo lo strumento evoluto di oggi. Questo concerto che è anche un CD rappresenta un omaggio da parte dei quattro mandolinisti napoletani al musicista più carismatico nella storia del loro strumento. Raffaele Calace è senza dubbio il nome più importante nella storia del mandolino napoletano. Grazie alla molteplice attività di liutaio, concertista, editore e compositore, Raffaele può essere considerato il personaggio di spicco della famiglia Calace. La sua posizione rimase in secondo piano fino all’improvvisa e misteriosa partenza del fratello maggiore Nicola (II) nel 1905 alla volta degli Stati Uniti, evento che fece assumere a Raffaele il controllo e la piena responsabilità del laboratorio precedentemente gestito assieme al fratello, riuscendo così a mettere in luce tutte le proprie qualità artistiche. E’ da questo momento che la bottega si trasformò in una vera e propria officina musicale, all’interno della quale si cominciarono a considerare tutti gli aspetti del fare musica. Dedicandosi alla costruzione degli strumenti a plettro, creò il mandolino da concerto, che si distingueva per la tastiera allungata fino al ventinovesimo tasto, e che è considerato ancora oggi uno standard per i mandolinisti di tutto il mondo. Inoltre trasformò il mandoloncello, strumento adatto essenzialmente alla musica d’insieme, in liuto cantabile, aggiungendo una coppia di corde acute ed ottenendo così uno strumento dalle possibilità solistiche, per il quale scrisse numerosi brani. Dal punto di vista esecutivo le notizie storiche hanno tramandato la sua unicità come virtuoso di liuto cantabile, strumento evidentemente a lui molto caro e del quale curò in maniera particolare tutti gli aspetti possibili. Proprio per valorizzare le possibilità di questi strumenti, e per non attingere quindi ad un repertorio costituito prevalentemente di trascrizioni, si dedicò allo studio della composizione. Giovanissimo frequentò un corso di composizione al Conservatorio di Musica di S. Pietro a Majella, e la classe di viola. Senz’altro stimolato dall’atmosfera vivace delconservatorio, oltre che dall’amicizia con numerosi musicisti illustri, grazie al suo ingegno artistico scrisse circa 200 opere dedicate agli strumenti a plettro, grazie alle quali si è assicurato una fama di eccellenza nella memoria degli esecutori di tutto il mondo, che arriva fino ai giorni nostri. Oltre ad un metodo per mandolino, diviso in sei parti, ed uno per liuto cantabile, ha composto brani per varie formazioni a plettro (dal solo all’orchestra). Molti organici erano tipici del repertorio mandolinistico di fine Ottocento, altri invece proprio con Calace raggiungono per qualità le vette più alte. I suoi brani per strumento solo, accanto a quelli per mandolino e pianoforte infatti rappresentano delle vere e proprie gemme nel repertorio di quegli anni. Oltre a tre dei quattro brani concepiti originariamente per quartetto classico, Idillio, Minuetto Lento, e Danza Caratteristica, tutti composti nel 1915, sfogliando il suo catalogo, la scelta è ricaduta sui brani più adatti al nostro organico, anche se non scritti originariamente per questa formazione.