Insegnare ai tempi del Covid: come la pandemia ha cambiato i docenti - Le Cronache
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Insegnare ai tempi del Covid: come la pandemia ha cambiato i docenti

Insegnare ai tempi del Covid: come la pandemia ha cambiato i docenti

di Benedetta de Concilio

La pandemia ha messo in discussione l’intero apparato economico-sociale del nostro Paese e in particolare il sistema scolastico che, dovendo adattarsi in maniera estremamente flessibile, ha modificato radicalmente il suo approccio. L’insegnamento costituisce una sfida impegnativa e complessa per i docenti, lo afferma il professor Michele de Concilio, insegnante di informatica in un Istituto Superiore della provincia di Salerno. “Sono passati circa due anni da quando il Covid-19 ha radicalmente trasformato l’intera attività didattica. Ricordo i primi mesi come giorni confusi e difficili, durante i quali lo spirito di adattamento l’ha fatta da padrone. Trasferire l’insegnamento sulle oramai comuni piattaforme digitali come Zoom, Classroom, Meet, Teams, ha rappresentato la vera sfida, soprattutto per chi fino a quel momento non si era mai confrontato con queste nuove e moderne realtà digitali. Oltre all’aspetto puramente tecnico della situazione, la difficoltà maggiore è stata quella di adattare i vecchi sistemi di apprendimento e di valutazione. L’interazione online, se così può essere definita, è stata fin da subito difficile. Potrei, senza particolare difficoltà e con tono ovviamente ironico, affermare di aver spesso insegnato a delle icone. Il passaggio al digitale ci ha, in qualche modo, costretti a rivedere i sistemi stessi di verifica. Abbiamo fin da subito deciso di limitare le prove scritte la cui veridicità poteva essere, per ovvi motivi, falsata preferendo verifiche orali ed esercitazioni. Tralasciando il discorso sulle disparità dovute al possesso o meno dei device per la didattica a distanza, che si è parzialmente risolto grazie agli strumenti messi a disposizione dalla scuola e dal governo, ritengo doveroso ringraziare i miei studenti e la classe studentesca in generale. Come per noi docenti anche per i ragazzi la situazione non è stata affatto semplice. Hanno stravolto le loro abitudini, i loro metodi di studio, il loro approccio al sistema scolastico. Ho sempre pensato che oltre a proporre lezioni e argomenti il ruolo dell’insegnante è quello di aiutare i ragazzi a costruire nuovi legami in un’ottica fortemente orientata all’inclusività, cosa che in questo periodo è risultata essere molto complessa. La nuova scuola, che mi piace definire “on line”, ha purtroppo allontanato i ragazzi da quegli ambienti, sensazioni ed emozioni tipiche della scuola “offline” rendendo l’intera esperienza più fredda e monotona. Durante le lezioni ho spesso raccolto sentimenti ed opinioni contrastanti fra i miei alunni, chi apprezzava la nuova modalità definendola più “comoda” e chi invece fin da subito l’ha descritta negativamente intuendone i limiti. Il tempo è passato velocemente e ora che siamo, forse, all’uscita del tunnel non posso che provare ad evidenziare anche gli aspetti positivi di questo periodo. Abbiamo messo alla prova la nostra flessibilità e capacità di adattamento, abbiamo rivaluto e compreso le potenzialità dei vari strumenti digitali, abbiamo riscoperto l’ importanza dei rapporti sociali spesso data per scontata. Il mondo va avanti e di fronte a questa sfida non possiamo che uscirne vincitori!”