di Andrea Pellegrino
Dovrà rispondere dei reati di omicidio colposo e di lesioni personali colpose, l’infermiere professionale in servizio presso l’Asl di Salerno e responsabile dell’ambulatorio oncologico di Materdomini di Nocera Superiore, Lorenzo Gargano citato in giudizio dal Tribunale di Nocera Inferiore, nell’ambito dell’inchiesta “Port a cath”, nata all’indomani delle diverse denunce presentate dai pazienti dell’ambulatorio. Cinquantasette le persone offese individuate dal pubblico ministero Giuseppe Cacciapuoti, titolare dell’inchiesta che avrebbe individuato l’infermiere di Materdomini quale responsabile anche della morte di una delle pazienti in cura. Lorenzo Gargano – difeso dall’avvocato Vincenzo Sirica – dovrà presentarsi alla prima udienza dibattimentale fissata per il 16 dicembre prossimo al Tribunale di Nocera. Il tutto nasce da una prima denuncia presentata da alcuni pazienti assistiti dall’avvocato di Vietri sul Mare, Antonietta Raimondi. In particolare, gli ammalati denunciavano infezioni dopo il trattamento oncologico attraverso l’utilizzo del catetere impiantato per la somministrazione dei farmaci. Da qui le ulteriori denunce, di cui una presentata all’indomani della morte di una delle pazienti della struttura nocerina, e l’avvio, quindi, del procedimento penale. Ora il caso approderà in Tribunale. Secondo le accuse formulate dalla Procura di Nocera Inferiore, l’infermiere Lorenzo Gargano dovrà rispondere di gravi lesioni nei confronti di numerosi pazienti affetti da patologie neoplastiche, nonché di omicidio colposo, per aver «omesso di adottare le misure di prevenzione previste dalle linee guida e dai protocolli vigenti e, comunque, idonee ad evitare il rischio di infezione (lavaggio costante delle mani, uso di guanti monouso e di siringhe monouso, uso di flaconi di soluzione fisiologica monodose e così via)».