“Affaire” rifiuti, in venti ieri mattina sono comparsi dinanzi al giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Salerno, Gennaro Mastrangelo chiamato a decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio inoltrata dal sostituto procuratore della direzione distrettuale antimafia Silvio Marco Guarriello, titolare del fascicolo investigativo inerente Ecoambiente Tra i venti indagati solamente Marco Senatore ha chiesto di essere processato con il rito dell’abbreviato. Rito alternativo che è stato già ammesso dal Gup e che dovrebbe celebrarsi probabilmente a dicembre. La richiesta di rinvio a giudizio, inoltre riguarda i vertici di Ecoambiente (partecipata della provincia) Gianluca De Santis (direttore generale), Attilio De Nigris (membro della commissione di gara), Maurizio Buccella (direttore dei lavori), Berto Aroldo legale rappresentante e amministratore della Gel spa, azienda che ha un ruolo chiave nell’inchiesta, Vincenzo De Vizia, socio e presidente del cda dela De Vizia Transfer, Marisa Lombardi, socio della DeVizia Transfer; Mario Capo, Giuseppe D’Acunzi, Vincenzo Manzo, Sara Fariello, Roberto Bellizia, Giovanni D’Antonio, Vincenzo Albini, Marco Lauretti, Walter Elizzi e Vincenzo De Prisco, Cosimo Montefusco e Domenico Ruggiero. L’inchiesta parte dall’appalto per la realizzazione di un impianto per il trattamento del percolato prodotto dalla discarica di Macchia Soprana, a Serre. Gli inquirenti avrebbero accertato una serie di rilevanti irregolarità. Ecoambiente avrebbe adottato procedure illecite per favorire la Gel Spa ammettendola alla gara nonostante un’offerta tecnica ritenuta anomala. Per la dda la Gel spa (azienda che ha poi vinto il bando), sarebbe stata ammessa alla gara nonostante la sua offerta tecnica risultasse anomala, perché prevedeva la realizzazione di un impianto sovradimensionato rispetto al capitolato. Ma non solo. Per gli investigatori, il contratto sarebbe stato snaturato. Infatti, rispetto alle previsioni sulle potenziali quantità di materiale trattato ogni giorno (120 metri cubi), e nell’arco dei cinque anni previsti (180mila metri cubi), è stato autorizzato un incremento del 20%, quando venne attribuita ad Ecoambiente la gestione della discarica Parapoti, venne modificato l’oggetto del contratto estendendolo anche al nuovo sito nonostante la necessità di tecniche diverse e così, al posto di redigere una nuova gara,venne esteso «in modo illegittimo» (secondo la procura) l’originario appalto. Nel mirino della magistratura salernitana anche la gara d’appalto per i servizi dei rifiuti speciali prodotti dallo Stir di Battipaglia e dalla discarica di Campagna.
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