di Monica De Santis
Nuovo appuntamento questa sera, alle ore 19 con il salotto teatrale del quotidiano Le Cronache. Per “In palcoscenico con Le Cronache”, condotto da chi scrive e da Olga Chieffi, ospite della puntata l’attrice, regista, organizzatrice e scrittrice salernitana Brunella Caputo. In diretta sulla pagina Facebook e sul canale YouTube di Le Cronache la Caputo dialogherà con le conduttrici e con quanti scriveranno attraverso i social, parlando di teatro e di libri, prma di lasciare i nostri videoascoltatori alla visione di una sua performance. Ovvero ad un monologo tratto dallo spettacolo “In nome della madre” che ha debuttato ad agosto al Teatro Dei Barbuti e che poi a causa di questa pandemia non è stato più riproposto. Si tratta di un adattamento, fatto proprio da Brunella Caputo, del libro di Erri De Luca. n questo vento di parole si racconta la storia di Miriàm, una ragazza che smette di essere tale all’improvviso. L’annuncio di un angelo in avvento, a porte spalancate, a mezzogiorno, le mette il figlio in grembo. In questa storia si racconta dell’accensione della natività nel corpo femminile (un dettaglio solo accennato nelle pagine di Matteo e di Luca) , dell’amore smisurato di Iosef per la sposa promessa, delle loro nozze, della fuga, di un viaggio su un’asina paziente, di una notte con la luce di una cometa nel buio dell’inverno. Si racconta di una donna, madre senza l’aiuto d’uomo, e della sua solitudine assistita. Partorì da sola, non è scritto che nella stalla c’erano lavatrici. Quello che non è scritto fa però ugualmente parte di questo racconto. È la storia di una donna che narra il mondo al suo bambino, tenendolo ancora in grembo. È l’essere madre senza il concorso maschile e senza che se ne senta la mancanza. È la storia, misteriosa e sacra, di una operaia delle divinità capace di fabbricare scintille. “In ebraico esistono due emme, una normale che va in qualunque punto della parola e una che va solo in ultima casa. Miriàm ha due emme, una d’esordio e una terminale. Hanno due forme opposte, la emme finale, mem sofit in ebraico, è chiusa da ogni lato. Quella iniziale è gonfia e ha un’apertura verso il basso. È una emme incinta”. “In nome del padre”: inaugura il segno della croce. In nome della madre si inaugura la vita. Questa è la storia di Miriàm/Maria, ebrea di Galilea. Come detto nel corso della puntata parleremo anche di libri, perchè infatti Brunella Caputo è anche una bravissima scrittrice, ed ha pubblicato proprio lo scorso anno, sempre, purtroppo, in piena pandemia, una raccolta di racconti dal titolo “Dell’acqua e dell’amore”. Racconti brevi per narrare l’amore: per un uomo, per una donna, per la famiglia, per un luogo, per un amico; e l’acqua in tutte le sue forme: acqua di mare, di fiume, di pioggia, di lacrime. Racconti per narrare, con la fantasia, stati d’animo in viaggio nelle molteplici manifestazioni d’amore, chiaro e felice o nero e infelice. L’acqua è il mezzo, il respiro, la speranza, la meta.