Immigrazione irregolare e corruzione: arrestata funzionario pubblico - Le Cronache Ultimora
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Immigrazione irregolare e corruzione: arrestata funzionario pubblico

Immigrazione irregolare e corruzione: arrestata funzionario pubblico

Nuovo sviluppo nell’ambito della vasta inchiesta sulla rete di immigrazione clandestina e corruzione portata avanti dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno. Nella mattinata di oggi i Carabinieri per la Tutela del Lavoro hanno eseguito un’ordinanza di arresti domiciliari nei confronti di un funzionario dell’Ispettorato del Lavoro dell’Area Metropolitana di Napoli, già in servizio presso lo Sportello Unico Immigrazione della Prefettura di Napoli.

Il provvedimento, emesso dal Tribunale del Riesame di Salerno, rientra in un più ampio fascicolo d’indagine che ha già coinvolto decine di indagati e che vede al centro una rete criminale radicata tra Napoli e Salerno, accusata di favoreggiamento dell’immigrazione irregolarecorruzione e falsificazione di atti pubblici.

Oltre 2.000 permessi di soggiorno ottenuti illegalmente

Dalle indagini emerge che l’organizzazione avrebbe presentato oltre 2.000 richieste fittizie di nullaosta al lavoro per cittadini extracomunitari, disposti a pagare somme ingenti pur di ottenere un permesso di soggiorno regolare in Italia. Le pratiche venivano inoltrate tramite una fitta rete di aziende compiacentiCAF e patronati, con la complicità di intermediari pubblici e privati operativi anche all’interno di enti istituzionali.

Tra i reati ipotizzati figurano: falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale, corruzione, favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina e autoriciclaggio.

Un business illecito da milioni di euro

L’attività investigativa ha svelato un giro d’affari illecito da milioni di euro, frutto di un sistema ramificato che coinvolgeva intermediari stranieri, incaricati di gestire i contatti con i connazionali all’estero, datori di lavoro compiacenti pronti a fornire false attestazioni in cambio di denaro ma anche CAF e patronati, utilizzati per l’invio delle richieste nei cosiddetti “click day”.

A questi si aggiungevano Funzionari pubblici, che avrebbero garantito, dietro compenso, l’emissione di documenti falsi, faccendieri, dediti alla produzione di documenti contraffatti ed al riciclaggio dei proventi. Il provvedimento cautelare eseguito oggi è divenuto esecutivo, ma Di Gennaro ha già annunciato il ricorso in Cassazione. Le accuse nei suoi confronti, come da prassi, saranno vagliate nelle successive fasi processuali.

Operazione collegata agli arresti del 3 febbraio

L’arresto di oggi si inserisce nel medesimo filone d’indagine che lo scorso 3 febbraio aveva portato al fermo di 36 persone, accusate a vario titolo di associazione per delinquerecorruzionefalsi in atti pubblici e autoriciclaggio. Un’inchiesta che continua a far emergere un sistema profondamente radicato, con ramificazioni anche all’interno della pubblica amministrazione.