Ilardi: Boom di presenze turistiche, ma Salerno resta punto di passaggio - Le Cronache
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Ilardi: Boom di presenze turistiche, ma Salerno resta punto di passaggio

Ilardi: Boom di presenze turistiche, ma Salerno resta punto di passaggio

di Clemente Ultimo

Stagione turistica quasi da tutto esaurito in città, ma Salerno resta principalmente un punto di sosta e di transito per i turisti piuttosto che una meta dove trascorrere – almeno – parte delle proprie vacanze. È un quadro ricco di sfaccettature quello che si inizia a delineare per la stagione turistica estiva 2022, anche se su tutto si impone l’aumento di presenze turistiche registrato presso le strutture alberghiere salernitane. «Non abbiamo ancora una rilevazione statistica precisa – dice Antonio Ilardi, presidente di Federalberghi Salerno – ma le prime indicazioni raccolte concorrono a disegnare un quadro positivo. Sostanzialmente da inizio maggio si è registrato un buon riempimento delle strutture, nei mesi di giugno e luglio siamo ormai con gli alberghi pieni al 90%, in qualche caso completamente esauriti. Anche l’incidenza del Covid questa estate è veramente da considerare come molto sporadica, si registra qualche annullamento, ma davvero niente di statisticamente rilevante». Chi sono i turisti che scelgono Salerno per le proprie vacanze? «Si tratta prevalentemente di stranieri, tanto europei che extraeuropei, gli italiani sono una netta minoranza. Due categorie con stili di vacanza decisamente differenti. La maggior parte dei turisti stranieri utilizza la città come punto d’appoggio per raggiungere poi, grazie alle vie del mare, le località della costiera amalfitana o per dedicarsi alla visita dei principali siti culturali della nostra regione: Paestum, Pompei, Ercolano. Questa facilità di spostamento rende Salerno particolarmente attrattiva per i gruppi. Purtroppo dobbiamo registrare come un dato di fatto che il capoluogo ancora non esprime un’offerta culturale organica, tale da favorire la permanenza dei turisti stranieri. Qualche novità la registriamo invece per quel che riguarda gli italiani». I turisti italiani che scelgono Salerno che tipo di vacanza hanno in mente di fare? «Per alcuni vale lo stesso discorso degli stranieri, ma negli ultimi anni abbiamo registrato un cambiamento sensibile: grazie al lavoro di ripascimento del litorale oggi la nostra città si afferma anche come meta per il turismo balneare». Alla vigilia dell’estate c’era qualche timore per la prevedibile assenza di turisti russi, solitamente di alta fascia dunque particolarmente graditi. «I flussi turistici provenienti dalla Russia non hanno mai interessato in maniera sensibile né il capoluogo, né la costiera cilentana. La meta d’elezione è sempre stata la Costa d’Amalfi. Per le particolari caratteristiche di queste presenze non credo che l’assenza sarà particolarmente avvertita, ci sono altri flussi destinati a coprire la fascia alta di mercato». Diversi operatori fanno notare che le condizioni non certo ottimali della città capoluogo, sotto il profilo dell’igiene pubblica in particolare, rappresentino un pessimo biglietto da visita. «La scarsa igiene viene notata anche dai turisti, purtroppo registriamo più di una recensione e annotazione che evidenzia questo problema. Certamente è uno stato di fatto che crea disagio ai turisti e danni agli operatori. Credo che una riflessione sul diminuito senso civico di alcuni salernitani dovrebbe comprendere anche questi aspetti». Mancano ancora i dati statistici , ma le premesse per parlare di una buona stagione turistica a Salerno sembrano esserci proprio tutte. «Possiamo senza dubbio essere ottimisti per la stagione estiva, ma dobbiamo essere prudenti: quasi tutti gli analisti danno per probabile una riduzione dei consumi nel prossimo periodo autunnale, non possiamo dormire sugli allori. Parte proprio da questa considerazione la proposta che abbiamo avanzato all’amministrazione comunale di ridurre la tassa di soggiorno. Paradossalmente questa è più alta nel periodo autunnale ed invernale che in estate: quattro euro al giorno per un quattro stelle in luogo dei tre pagati nei mesi estivi». Questo può bastare? «Certamente no, ma può contribuire. Nel periodo invernale va benissimo Luci d’artista, ma occorre anche una programmazione di micro eventi distribuiti nel tempo. Mentre in estate c’è un calendario fittissimo di iniziative, con l’avanzare verso la stagione invernale vediamo che questi scemano inesorabilmente. E poi occorre ragionare sui costi: oggi gli eventi invernali li organizzano tutti, noi dobbiamo essere competitivi».