di Oreste Mottola
Ora è il regno dei debiti e di capre felici che si godono il pascolo in quasi settanta ettari di pianura a Persano di Serre. I passati sogni di mondanità si stemperano in misteri gestionali e debiti per decine di milioni di euro. Lontano si tiene anche lo storico cavallo fortunosamente ricoverato a Carditello di Caserta. Il sogno del grande campo di golf che doveva sorgere qui ha tanti ispiratori, alcuni inconsapevoli come la mondanità che un paio di secoli fa, alla corte dei Borboni, praticava la caccia, seguita dai militari soppiantati – alla metà degli anni Settanta del Novecento- da una romantica lotta contadina. Fu una coraggiosa decisione del municipio di Serre quella di acquistare quelle terre, da coinvolgere in progetto di sviluppo che, dopo aver scartato diverse ipotesi, si fermò sul golf. Il resto è cronaca tornata d’attualità in questi giorni. Finanziato dalla Regione per circa sei milioni, il golf fu fortemente contestato dagli ambientalisti, che non vedevano di buon occhio il consumo di suolo per un impianto che avrebbe tra l’altro richiesto un grande quantitativo di acqua ed in un’area già duramente compromessa da diverse annunciate discariche regionali. Il campo da golf, realizzato in parte da un consorzio di imprese nazionali è chiuso da anni ed è finito, con decine di lavoratori sedotti ed abbandonati, è al centro di varie vicende giudiziarie. Una di esse, l’inchiesta condotta dalla Procura della Corte dei Conti della Campania, arriva adesso ad un primo traguardo, con la condanna per Fulvio Ricciuti, architetto milanese che dovrà risarcire alla Regione Campania 283.105 euro. La svolta arriva nel 2015, sotto la spinta dei lavoratori rimasti senza stipendio, e dell’opposizione consiliare di Serre (ora maggioranza) preoccupata dagli effetti attesi sul bilancio comunale. I lavoratori arriveranno a rivendicare sedici mensilità e il trattamento di fine rapporto. Parte l’inchiesta, condotta dalla Guardia di Finanza , incentrata sugli atti di citazione che le varie imprese coinvolte nel consorzio di gestione si rivolsero a vicenda rimpallandosi i ritardi nell’ultimazione dell’opera. Il resto l’ha fatto la mancanza di golfisti, ne attendevano oltre 2mila ma gli emuli di Tiger Woods non supereranno mai la quarantina. FIORE ALL’OCCHIELLO PER ANTONIO BASSOLINO. Il golf a Serre fu una delle “opere strategiche” di Bassolino presidente della Regione. Risultato finale, nessun “conto” risultava pagato: dal fitto al comune per le terre e relative tasse ed imposte, dal ferramenta al meccanico. Negli ultimi mesi d’attività i campi venivano irrigati grazie all’autotassazione dei soci – giocatori. L’avvio delle procedure fallimentari delle varie società coinvolte nella capofila Igd S.r.l. (Italian Golf Development) ha provocato laprogressiva messa in liquidazione. Il mistero è quello di fondi europei che vanno a srl con appena 20 mila euro di capitale sociale. L’impressione è che dopo aver utilizzati i fondi europei le varie aziende coinvolte hanno solo pensato a come eclissarsi. Un altro classico esempio di “prendi i soldi e scappa” di imprese settentrionali operanti a Sud. L’Igd, Italian Golf Development, è proprietaria al 75% del “Persano Royal Golf”, la società consortile concessionaria dell’intero progetto. L’Igd, cita in tribunale, a Padova, 15 milioni di euro di danni, l’appaltante dei lavori, l’ Acufon spa, di proprietà del gruppo “Serenissima”, quello dell’autostrada Bs –Pd, che l’utilizza proprio per curare il verde nelle aree autostradali. Ed è proprio per questa specializzazione che avrebbe convinto gli altri tre soci, Mattioli (costruzioni edili), Sofer e l’americana Buena Vista Hospitality group, a delegare ad Acufon la realizzazione pratica dei campi dei tre campi da golf originariamente previsti. Acufon è anch’essa socia, al 33%, dell’Igd. Il presidente di Igd affida poi alle carte bollate altre considerazioni amare: “L’impianto di pompaggio delle acque non funziona. I laghetti interni sono tracciati male. Unicredit ci ha revocato linee di credito per 7 milioni di euro”. Diversi paradossi costellano questa vicenda, con il promotore di una delle azioni legali che è stato il direttore dei lavori dell’opera e con società compartecipanti che sembrano chiedere i danni a sé stesse. OPRAMOLLA, SINDACO DI SERRE. Sulla vicenda interviene l’attuale sindaco di Serre, Antonio Opramolla: “Si tratta di una vicenda datata e di una sentenza che ci aspettavamo. La giustizia ha fatto il suo corso. Per quanto riguarda l’impegno dell’amministrazione comunale volto a ridare dignità a quei terreni posso annunciare e garantire che siamo a lavoro costantemente. Si tratta di aree che possono e devono rappresentare una vera e propria risorsa per Serre. Siamo vigili e operativi anche per intercettare i canali di finanziamento utili a riqualificare tali aree”.