Il quadro della Vergine dei Bufalari nel museo della mozzarella - Le Cronache
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Il quadro della Vergine dei Bufalari nel museo della mozzarella

Il quadro della Vergine dei Bufalari nel museo della mozzarella

di Oreste Mottola
È il meno conosciuto dei reperti culturali del salernitano. Si tratta della Madonna degli antichi bufalari conservata a Battipaglia, all’imterno del Museo della mozzarella. Il dipinto, copia della Madonna della Seggiola, conservato a Firenze a Palazzo Pitti, dopo un ritrovamento avventuroso, è diventato un prezioso punto di riferimento, anche religioso, delle maestranze che operavano nelle aziende agricole che, nonostante le paludi, allevano soprattutto bufale e altro bestiame. La vita era breve, si pativano tante malattie, dal mare arrivavano i predoni saraceni e dai monti vicini i briganti. Il marchese di Santa Lucia, grande proprietario della zona, è uno che viaggia molto portando alle mostre e fiere di tutta Italia ed Europa, i prodotti caseari della zona. Per questo può essere ritenuto uno dei primi diffusori della mozzarella nel mondo. Aniello de Vicariis, così si chiamava il marchese, era cattolico molto fervente. Nel 1755, è a Firenze e casualmente fu invitato a una grande festa in onore del Gran Principe Ferdinando de’ Medici che custodiva il quadro originale della Madonna della Seggiola di Sanzio nella sua camera da letto. Il marchese di Santa Lucia restò così abbagliato e rapito dalla bellezza della Madonna che, seduta stante, cercò un mastro pittore, tantissimi nella Firenze di allora e, dopo aver avuto il permesso dal Principe Ferdinando, fece realizzare una copia del dipinto. Tornato a Napoli, ebbe l’idea di erigere una cappella gentilizia, proprio a “La Morella”, per poterla dedicare alla “Madonna della Seggiola” e porvi in bella mostra il quadro. Qualche anno dopo il quadro scomparve dalla cappella. Un furto sacrilego? Una beffa? Non si saprà mai. La gente dei campi si era affezionata alla raffigurazione e grande fu lo sconcerto. La grande fede dei contadini portò a quello che sarà ritenuto un vero e proprio miracolo. Era il 1779, accanto a un cespuglio, tra gli acquitrini della palude che circondava la zona, alcuni gualani di bufale trovarono un quadro. Era in buone condizioni e con grande sorpresa si vide che era proprio la Madonna della Seggiola. Un vigoroso cespuglio ne impediva il trasporto. Iniziarono le discussioni su chi spettasse il privilegio di trasportarlo in un luogo più degno. Il cespuglio era assai fitto e impediva il recupero.
Ci riuscirono grazie ad un’idea di ‘Ntonio, un piccolo gualano di sedici anni, attaccò il quadro al collo di una bufala per tirarlo fuori. Ntonio fu deriso e sbeffeggiato dai gualani più anziani, non si diede per vinto, da solo, cominciò a legare il dipinto al collo di una bufala e l’animale, così mite e umile, in men che non si dica lo tirò fuori senza sforzo alcuno. Il giovane Ntonio, dopo aver carezzato a lungo la sua bufala s’inginocchia davanti alla Vergine e, cosa del tutto straordinaria, la bufala lo imitò. Si gridò al miracolo. La saggezza popolare attribuì questo miracolo alla chiara volontà di Maria Santissima: ella voleva stare tra il popolo, tra i più umili e soprattutto, voleva essere la Madonna di quei poveri uomini che passavano intere giornate a prendersi cura di quegli animali tanto grandi quanto miti ma che producevano un latte già allora assai apprezzato dai buongustai.
Da quel giorno copia della Madonna della Seggiola è nella Piana del Sele a “La Morella”, conosciuta, amata e venerata come la “Vergine” dei Bufalari. Nel 1849 quando la masseria la Morella e tutti i suoi terreni, dai De Vicariis passarono nelle mani della famiglia Granozio, nessuno osò interrompere il culto, anzi per accogliere la crescente folla di pellegrini in visita alla sacra immagine, Domenico Granozio mise a nuovo la vecchia cappella. Nella Visita Pastorale del 29 agosto del 1882, il curato di S. Tecla e vicario foraneo don Donato Schettini accede alla Cappella rurale trovandola fornita di tutto il necessario, e ben tenuta. Da quel momento e fino al 1955 si celebrarono tantissime funzioni religiose e numerosissimi matrimoni, come attestano i documenti esposti. In epoca più attuale il luogo è stato usato anche per ambientarci dei film. Nel “Silenzio di Lorenzo” di Nicola Acunzo numerose scene sono girate alla Morella e immediati dintorni.