Salerno fa scuola nella chirurgia dell’arco aortico attraverso il luminare Severino Iesu che ha presentò, in un convegno internazionale con sei luminari del settore, la sua innovativa tecnica destinata a diventare un modello per altri medici. Si tratta di una protesi ibrida che serve a gestire uno degli interventi più difficili in cardiochirurgia, quella dell’arco aortico. La tecnica in due anni e mezzo ha visto 100 procedure di arco imponendosi per numeri e risultati alla ribalta internazionale. Salerno è oggi il centro in Italia che fa maggiori procedure di questo tipo scalzando anche Bologna. Salerno di nuovo alla ribalta internazionale grazie a l prof Iesu. Parliamo di pochi mesi fa. Una eccellenza insomma per la nostra città e per il Ruggi d’Aragona. Ma questa eccellenza è destinata a prendere il volo verso altri lidi. Entro settembre il prof Severino Iesu potrebbe lasciare il suo incarico, ottenuto tra l’altro tra mille tribolazioni e tante polemiche, inutili e dannose. Una bomba sul tavolo del direttore generale D’Amato che rischia di perdere il suo fiore all’occhiello. E’ una scelta non facile quella di Iesu, dopo circa 30 anni di lavoro nella sua Salerno si trova davanti ad un bivio. Far prevalere, ironia della sorte, il cuore e quindi restare o accettare la nuova offerta lavorativa molto intrigante sotto l’aspetto professionale. E’ evidente, per chi frequenta e segue le vicende del Ruggi, certamente i grandi risultati ottenuti dal professore. In basso troverete un articolo della collega Rosa Coppola, sull’ultimo intervento, eccezionale e in anteprima mondiale. Ma ciò non basta per vedersi riconoscere dai capibastone il ruolo e le capacità professionali. Il fatto di dover dividere con Coscioni il settore della cardiochirurgia è stato motivo di mortificazione, lì la politica deluchiana ha fatto un capolavoro per accontentare il consigliere personale del Governatore alla sanità. Una divisione che ovviamente ha tarpato le ali al settore e alle grandi potenzialità di Iesu che ha creato uno staff di grande livello e di cui ne va fiero. Ora questo non basta più, è il momento di tirare le somme e di guardare lontano. Forse la scelta di cuore che fece firmando da primario per il Ruggi e rifiutando già qualche anno fa delle ottime proposte è stato un azzardo. Però il suo legame con Salerno e con il Ruggi presero il sopravvento, lo convinsero i tanti attestati di stima di colleghi e pazienti. Questa sua decisione sarà molto sofferta ma l’impressione è che stavolta la scelta sarà diversa. Ed è un peccato per la struttura che ha già mille problemi, stressata per la pandemia e per una situazione di oggettiva difficoltà di uomini e mezzi. Chissà se in questo caso la cardiochirurgia sarà di nuovo riunificata e affidata a Coscioni. Tutto può accadere.
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