di Pina Ferro
“Io ho sempre consegnato i soldi a Cinzia Rizzo, mentre i Bisogni non lo hanno mai fatto”. Sabino De Maio continua ad essere un fiume in piena con i racconti relativi al periodo in cui era un solidale del clan Pecoraro Renna. Ieri mattina, nell’ambito del processo Omnia (droga e racket nella Piana), il collaboratore di giustizia si è sottoposto alle domande dei difensori di diversi imputati rispondendo a gran parte dei quesiti che gli sono stati posti. Solo in alcuni casi si è avvalso della facoltà di non rispondere. Sabino De Maio ha spiegato di provvedere sempre a consegnare i soldi delle attività illecite che il clan detenevano alla moglie di Franco Pecoraro, ovvero a Cinzia Rizzo. Non facevano la stessa cosa i gemelli Sergio ed Enrico Bisogni i quali, stando a quanto affermato dal collaboratore, non avrebbero mai consegnato alcuna somma di denaro alla moglie del capoclan. Particolare questo, che avrebbe portato Sabino De Maio alla scalata al vertice del sodalizio. “Proprio perché io consegnavo sempre i soldi, Cinzia Rizzo mi disse che mi sarei dovuto occupare del clan». Pare che De Maio abbia anche rassicurato la donna di essere diverso dai gemelli Bisogni e che avrebbe agito nell’interesse del clan Pecoraro – Renna. E, sempre nel corso dell’udienza di ieri, De Maio ha nuovamente ribadito la sua intenzione, all’epoca dei fatti, di voler uccidere Sergio Bisogni. I due germani erano rei, a dire del collaboratore, di non aver favorito sola latitanza dello stesso. Fu in quel momento che si creò la spaccatura all’interno del gruppo.