di Olga Chieffi
Continua Mediterraneo Contemporaneo, stasera, alle ore 20, al teatro Ghirelli di Salerno. Maria Rosaria Greco, vuol offrire al pubblico salernitano l’idea di un’arte che lascia le sponde della rappresentazione, la mimesi di qualche “cosa” che dia fondamento al tutto in modo autentico. Ascoltando il pozzo senza fondo degli archivi marittimi del mare Nostrum, ci si sottomette ad una storia che deve essere ancora ascoltata. Stasera la rassegna ospiterà lo scrittore Mazen Maarouf ci parlerà del suo libro “Barzellette per miliziani” (Sellerio, 2019, trad. Barbara Teresi), che continuerà il racconto sul Libano. Terra complessa della quale ognuno ha la sua idea, che occupa un posto particolare nell’immaginario di noi tutti, in cui il mito delle origini si fa declinazione cercando di creare un ponte con il Libano di oggi che sa di polvere e di guerra. In questo luogo, che una volta veniva associato a quel paradiso dove trova le origini la nostra cultura, la terra che ospitava il mitico terreno di delizie, sede di un giardino fondamentale per la vita dell’uomo ed epicentro della creazione, lo stesso in cui il principio, il desiderio terreno ed extramondano trovava forza e alimento, non è che polvere, divorata dal nichlilismo di un Uomo la cui essenza è annullata da una guerra cieca. La vita di tutti i giorni ha tragicamente disunito quell’Oriente e quell’Occidente entrambi affacciati sul Mediterraneo che sembrano non essere più capaci più di guardarsi negli occhi e dialogare: le lingue si sono imbrogliate, direbbe Eduardo. Maarouf ha vissuto tutta la sua vita come rifugiato palestinese in Libano e recentemente ha ricevuto asilo a Reykjavik attraverso l’International Network of Cities of Refuge, racconta nel suo libro storie surreali, inaspettate e indimenticabili della vita nelle zone di guerra, dal punto di vista di un bambino dalla fantasia sfrenata, che mescola, “il domestico con il raccapricciante”. È giusto inseguire l’amore durante un conflitto? Come fa un bambino a restituire la dignità a un padre vigliacco e deriso da tutti? Si può riuscire a sopravvivere anche nella più assurda delle situazioni, magari assieme a una mucca in un cinema sventrato dalle bombe? In una città indefinita, dilaniata da una guerra che sembra non avere termine, una serie di personaggi guarda e racconta un mondo spietato in cui nonostante tutto, con ogni mezzo, si cerca di resistere. Maarouf in queste pagine fonde la quotidianità domestica e la feroce irrealtà della violenza bellica, creando una galleria di adulti, ragazzi e bambini, di soldati e di civili, che provano a restare a galla nell’unico modo possibile: contaminando una realtà di insostenibile concretezza con la materia impalpabile dei sogni, l’acido corrosivo dello scherzo e del sarcasmo, la leggerezza fiduciosa di chi testardamente insiste a immaginarsi un futuro. Vi sono echi di Etgar Keret e di Roald Dahl nella logica deviata della sopravvivenza a tutti i costi e nella folle fantasia di chi si aggrappa a ogni speranza per riuscire a redimere anche la più estrema delle situazioni. Nelle narrazioni dei personaggi si fondono l’innocenza, l’ottimismo, il desiderio di vendetta, l’accettazione dell’assurdo, l’attesa ostinata di un domani migliore, la risata che sbeffeggia il potere e la crudeltà. Il reading si terrà con l’accompagnamento musicale dell’ Hartmann Ensemble mentre il ruolo di moderatore è stato affidato a Monica Ruocco, docente di letteratura araba all’Università degli studi di Napoli l’Orientale. Basterà il suono dell’oud, un libro per scampare ad una mina, a far rinascere una magia, ovvero l’estremo tentativo dell’uomo di catturare l’uniformità del tempo nel suo scorrere ineluttabile e disperante, di piegarlo alla sua volontà creatrice, attraverso ritmi e melodie che esprimono le scansioni e le emozioni della vita?