di Erika Noschese
“E’ stato solo un equivoco, non sono stata aggredita dal mio fidanzato”. La 17enne di Castelnuovo Cilento, vittima dell’episodio di aggressione avvenuto nel pomeriggio di venerdì difende il 27enne venezuelano che, attualmente, si trova presso il carcere di Fuorni, difende il compagno, S.G.E., già noto alle forze dell’ordine in una lettera indirizzata al sito web Salerno Notizie: “Non c’è stato alcun tradimento. Non ero al bar con nessuno ma sono sempre stata in compagnia del mio fidanzato. Siamo insieme da quasi un anno, da agosto scorso. Ieri (venerdì per chi legge ndr) eravamo usciti per fare shopping. All’esterno del negozio abbiamo avuto una banale discussione. Qualcuno ha notato la scena ed ha pensato che il mio fidanzato mi stesse aggredendo”. I passanti parlano però di calci e pugni, anche in volto e di una violenza inaudita contro quella giovane che, dopo aver visto il compagno ammanettato al palo del semaforo ha provato a raggiungerlo, scagliandosi contro la folla e contro le forze dell’ordine. “A quel punto c’è stato il caos. Ne è nato un parapiglia che ancora adesso non so spiegarmi. Mi sono spaventata molto e con il mio ragazzo sono entrata in un bar per prendere un bicchiere d’acqua. All’uscita abbiamo trovato le forze dell’ordine e le ambulanze. Il mio fidanzato è stato ammanettato ad un palo del semaforo e non capiva perchè fosse stato bloccato dagli agenti – ha aggiunto la giovane – Io, sotto choc, volevo raggiungerlo, chiarire ma me lo hanno impedito. Ribadisco: non sono stata aggredita dal mio fidanzato. E’ stato solo un grosso equivoco e nessuno ha chiesto la mia versione dei fatti”. Subito dopo il fermo, il 27enne ha aggredito il corpo della polizia municipale. Cinque i poliziotti della municipale che, dopo l’aggressione, sono stati costretti a far ricorso alle cure dei sanitari. Ad esprimere solidarietà il dipartimento nazionale della Polizia locale e della segreteria provinciale della Csa. “Esprimiamo la nostra vicinanza alle colleghe ed ai colleghi della polizia municipale di Salerno che nel compimento del loro dovere hanno riportato lesioni nella giornata di venerdì al fine di evitare che la vile aggressione di un energumeno, già noto alle forze dell’ordine, avesse gravi conseguenze in danno di una giovane donna – ha detto Angelo Rispoli, segretario generale della Csa provinciale -. L’episodio di per sé gravissimo ed è la drammatica riprova della necessità di dotare le donne e gli uomini della polizia locale di strumenti di autodifesa adeguati e di uno specifico contratto di lavoro di natura pubblicistica, parificando la polizia locale alle forze di polizia statale”. Dal dipartimento nazionale la Csa Fiadel ha avuto mandato per intervenire concretamente al fianco “delle colleghe e dei colleghi coinvolti e fa appello al sindaco all’assessore ed al comandante della polizia municipale di Salerno, affinché venga dato il giusto risalto ed encomio ai cinque colleghi, tre uomini e due donne, che operando hanno dimostrato senso del dovere e spirito di corpo al servizio della cittadinanza”, ha aggiunto Rispoli. A chiedere corrette dotazioni in uso agli operatori della municipale anche la Fp Cgil, attraverso la Rsu e il segretario generale, attraverso – rispettivamente – Domenico Sorice e Antonio Capezzuto. Di fatti, la segreteria provinciale e il coordinamento Polizia Locale della Funzione Pubblica CGIL di Salerno esprimono il loro plauso agli operatori della Polizia Locale di Salerno, prontamente intervenuti nella giornata di ieri per fermare una brutale aggressione di un uomo nei confronti di una donna in pieno centro cittadino. “Ai colleghi aggrediti durante l’intervento, che con responsabilità istituzionale compiono quotidianamente il proprio dovere a garanzia della sicurezza collettiva per il rispetto della legalità e della difesa dei diritti di tutti, e che hanno dovuto ricorrere alle cure dei medici presso l’Ospedale cittadino va la piena e sincera solidarietà con gli auguri di pronta guarigione – hanno dichiarato Capezzuto e Sorice – Resta la consapevolezza di non poter accettare questi episodi come “effetti collaterali inevitabili” e di dovere con risolutezza proseguire nella lotta per condizioni di lavoro diverse, prevedendo corrette dotazioni in uso agli operatori municipali”.