di Monica De Santis
“Abbiamo chiesto al governo di rinnovare lo sconto sulla benzina che scade l’8 luglio”. Lo ha detto, ieri, il leader della Lega, Matteo Salvini, nel corso di un incontro con i cittadini di Buccinasco in provincia di Milano in vista delle elezioni amministrative. Ma non è l’unico a chiederlo. Lo chiedono i sindacati dei benzinai, le associazioni dei consumatori, lo chiedono gli autotrasportatori, lo chiedono soprattutto i cittadini, quelli che ogni giorno, per lavoro sono costretti a dover utilizzare la macchina per spostarsi. Uno sconto che si ritiene più che mai necessario visto gli aumenti degli ultimi giorni. La media del diesel servito arriva, ad oggi a 1,999 euro al litro con i punti vendita delle compagnie con prezzi medi praticati compresi tra 1,949 e 2,085 euro al litro. I prezzi praticati del Gpl vanno da 0,835 a 0,851 euro al litro. Il prezzo medio del metano auto si colloca tra 1,737 e 1,916 euro al litro. Ai rialzi segnalati nei giorni scorsi si sono aggiunti ieri gli interventi di IP con +2 centesimi sui prezzi raccomandati di Benzina e diesel e Tamoil con +5 su entrambi i carburanti. “Purtroppo negli ultimi giorni abbiamo visto un nuovo aumento del carburante – spiega l’avvocato Giovanni Marone, membro di Confcommercio e titolare della rete di distribuzione carburanti Benny Oil – altri aumenti al momento non dovrebbero essere previsti. Ma la situazione è in continua evoluzione”. Marone spiega che la grande paura che in questo momento afflige tutti quanti è appunto il “termine dell’incentivo fiscale. E se il Governo dovesse mai revocare questo incentivo, i prezzi che oggi abbiamo, che sono quasi vicini a quelli che si sono registrati un paio di mesi fa, quando è iniziata la crisi energetica e petrolifera, aumenteranno alle stelle. Ad oggi siamo riusciti a contenere questo aumento proprio grazie a questo incentivo che è pari a 300 centesimi. Senza di questo il costo medio del carburante si dovrebbe avvicinare a circa 2,300 euro al litro. In realtà siamo, ancora in un momento di speculazione, dove le grandi compagnie stanno facendo ancora da padrone su tutta questa storia e alla fine chi paga è sempre il consumatore finale”. Marone però è fiducioso… “Leggevo nei giorni scorsi che l’Opec, Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio, ha dato parere favorevole per incrementare le produzioni di petrolio. Se questo dovesse andare in porto in breve tempo, come tutti ci stiamo augurando, il prezzo del carburante dovrebbe calare di molto e tornare ai costi di prima dell’inizio del conflitto tra Russia ed Ucraina”. Ma in attesa di questo Marone continua a spiegare che urge una proroga sugli incentivi… “Se questi vengono sospesi si avrebbe un effetto domino impressionante che metterebbe a rischio molte imprese e anche tanti consumatori. Però, ripeto, sono ottimista, mi aspetto una deflazione e non inflazione, perchè sono fiducioso delle decisioni prese dall’Opec, che porteranno alla riduzione del prezzo del greggio. E gli effetti di questa decisione dovrebbero verificarsi a breve tempo, diciamo già ad inizio del prossimo mese”.