Il Far West del Ruggi e le morti sospette in ospedale - Le Cronache Ultimora
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Il Far West del Ruggi e le morti sospette in ospedale

Il Far West del Ruggi    e le morti sospette in ospedale

di Erika Noschese

Il Pronto Soccorso dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno, un tempo fiore all’occhiello del Sud Italia, è oggi al centro di un’inquietante inchiesta giornalistica di “FarWest” su Rai 3. Testimonianze shock e dati allarmanti dipingono un quadro di abbandono, disservizi e presunti errori medici che coinvolgono l’intera gestione dell’ospedale. Il reportage raccoglie voci di pazienti e personale che denunciano una situazione insostenibile. “Io entro il mattino del 16 e mi hanno deciso di spostarmi in reparto solamente dopo 5 giorni”, racconta una testimone, evidenziando tempi di attesa biblici. L’abbandono sembra essere la norma: “Se non hai familiari che lavorano in pronto soccorso, nessuno ti calcola”. Un paziente è stato lasciato su una barella per giorni, condividendo lo spazio con altre 20 persone e solo due bagni disponibili. La carenza di strumenti basilari è un altro grido d’allarme: “il termometro l’ho dovuto prendere io, l’ho dovuto far portare da un mio familiare, perché i termometri del pronto soccorso, termometri rotti”. La radice del problema, secondo il programma, affonda nella progressiva fuga dei medici d’urgenza specializzati, figure essenziali per un Pronto Soccorso efficiente. “I medici di medicina d’urgenza che hanno le competenze per lavorare in pronto soccorso, sono andati quasi tutti via”, si denuncia. Le ombre si allungano sull’intera struttura ospedaliera. La dottoressa Silvana Annunziata, medico del Ruggi che da anni si batte contro quella che definisce “cattiva gestione”, rivela episodi gravi: “Da noi sono capitati una serie di episodi, per cui alcuni pazienti sono deceduti”. I dati Agenas degli ultimi due anni non fanno che confermare questa preoccupazione: “il Ruggi è uno degli ultimi ospedali per performance dell’intero paese”. Molti pazienti sono costretti a cercare cure altrove, persino in altre regioni, come testimonia una donna che, dopo l’esperienza al Ruggi, ha trovato assistenza a Bologna. Video inviati dall’interno del Pronto Soccorso mostrano la gravità della situazione, con pazienti che attendono per giorni senza ricevere cure o essere visitati. Il caso di Cristina Pagliarulo, una donna di 41 anni morta il 6 marzo scorso dopo una lunga attesa, è solo la punta dell’iceberg. “FarWest” porta alla luce casi ancora più inquietanti, di cui finora nessuno aveva parlato. Un testimone anonimo racconta il caso di un ragazzo giunto in Pronto Soccorso in codice rosso, poi declassato a giallo e infine a verde in un lasso di tempo brevissimo. Il paziente, con un valore di glicemia “incompatibile con la vita”, è deceduto sei ore dopo, quando gli è stato nuovamente assegnato il codice rosso. Un’accusa pesantissima di sottovalutazione delle condizioni del paziente. Un altro episodio riguarda un uomo arrivato con ipertensione e cefalea, la cui condizione sarebbe stata “declassata” più volte prima che una TAC rivelasse un’emorragia cerebrale. L’informatore anonimo sostiene che la “manomissione delle cartelle per coprire eventuali errori medici” sarebbe avvenuta in più occasioni. Le denunce e i tentativi di portare alla luce le problematiche si scontrano con un muro di omertà e un clima intimidatorio. Il personale che ha provato a segnalare le irregolarità ai vertici dell’ospedale o ai sindacati ha ricevuto risposte sconfortanti: “o stai a quel sistema o vai via. Se provi a far uscire qualcosa fuori dal pronto soccorso, ti becchi un provvedimento disciplinare”. Non mancano episodi di aggressioni verbali e fisiche, che verrebbero sistematicamente “messe a tacere”. La dottoressa Annunziata stessa è stata oggetto di “una serie di procedimenti disciplinari” e trasferita dopo aver insistito nelle sue denunce, a riprova di un sistema che tende a “occultare” le problematiche e a “mettere in condizioni di andarsene” i medici che cercano di agire nell’interesse dei pazienti. Esiste un sistema Ruggi? Per la dottoressa Annunziata: Se me lo chiedesse un magistrato direi sì» Molti preferiscono dimettersi, come testimonia un medico intervistato, “e lo rifarei altre 100 volte”. Il Pronto Soccorso del Ruggi, conclude l’inchiesta di “FarWest”, è un “termometro di come è impostata la sanità e di come nel caso specifico il Ruggi è amministrato”, un sistema dove la voce di chi denuncia rischia di rimanere inascoltata.