di Erika Noschese
In termini di vaccinazioni, la situazione attuale è paragonabile a quella tra marzo e maggio, nella prima fase emergenziale, grazie alla terza dose mentre resta complessa la situazione dal punto di vista dei no vax, difficili da convincere a credere nella medicina, nonostante ovunque molti si contagiano e rischiano la vita. A confermarlo Mario Passaro, giovane medico vaccinatore, specializzando in cardiochirurgia, assunto in piena emergenza covid che lancia un appello ai genitori affinchè facciano vaccinare i bambini dai 5 agli 11 anni: “E’ importante vaccinare i bambini innanzitutto perché gli studi hanno visto che il covid colpisce anche loro che, di conseguenza, diventano vettore di contagio”, ha dichiarato il dottor Passaro. Siamo in una fase di emergenza, a causa della pandemia. È corsa alla terza dose ormai da giorni, com’è la situazione? “La situazione è adesso è paragonabile a quella tra marzo e maggio quando ogni giorno si inoculavano 250 o 300 dosi di vaccino. La città di Salerno sta rispondendo bene, è stato inteso il fatto che ci sono gli open day: è possibile recarsi presso un centro vaccinale, prendere il proprio numero e attendere così da non costringere gli anziani a lunghe file; oggi si pensa ancora che è necessario attendere la chiamata da parte dell’Asl ma non è questa l’impostazione data, è possibile sfruttare la possibilità degli open day. Stiamo vaccinando tanto, andando anche oltre l’orario. L’aumento dei contagi è stata la motivazione principale che ha spinto molte persone – che prima magari pensavano di poter fare solo le prime due dosi – a ricorrere anche alla dose booster. È importante perché permette di chiudere il ciclo vaccinale e di dare una risposta importante al sistema immunitario”. Oggi spaventa il fenomeno dei no vax e no green pass, numerose le proteste in queste settimane e tante le persone che rifiutano il vaccino. Secondo lei perché? “Vedere queste persone fa molto male, colpisce tanto perché ormai stiamo andando avanti così da un anno e mezzo e sono tanti i casi di no vax che si contagiano e confermano quella che è effettivamente la malattia, presente con tutte le sue varianti e siamo ancora lontani dal debellare il virus, bloccando tanti aspetti. Siamo tra i Paesi che si sta meglio comportando ma la situazione resta seria, questo denota che anche chi ha fatto le due dosi poteva avere un abbassamento delle difese immunitarie; siamo amareggiato perché il corpo sanitario sta lavorando tanto ma è difficile far cambiare idea, sono poche le persone che vengono ora a fare ancora la prima dose. La vera caratteristica di questi no vax è quella di credere fino in fondo in questo principio. Il gruppo no vax è molto ampio ma noi dobbiamo essere bravi a far capire loro la necessità di credere nella scienza e vaccinare anche loro ma resta una situazione complessa”. L’Aifa ha dato l’autorizzazione a vaccinare i bambini dai 5 agli 11 anni, molti genitori sono preoccupati. Qual è l’appello che vorrebbe lanciare? “E’ importante vaccinare i bambini innanzitutto perché gli studi hanno visto che il covid colpisce anche i bambini che diventano vettore di contagio. Da questo punto di vista non possiamo non considerarlo un dato oggettivo. È stato studiato il processo fisiologico e farmacologico del vaccino, quello che può essere adatto ai bambini e andare a creare una copertura anche per loro è necessario perché frequentano le scuole, possibili focolai. Così, si andrebbe a coprire una buona parte della popolazione. Li aspettiamo, faremo sedute in più per permettere anche ai bambini di partecipare alla vaccinazione”. Lei è un giovane medico, in trincea da quasi due anni perché assunto proprio in piena emergenza. Com’è cambiata la situazione in questi lunghi mesi, a partire da quando del covid poco e nulla si sapeva? “Le cose sono cambiate, in particolar modo perché si ha conoscenza della malattia, anche dal punto di vista clinico o sintomatologico così come dal punto di vista organizzativo: ci sono tanti sanitari, gruppi di medici, infermieri che sono all’interno della situazione, sanno come affrontarla; i medici vaccinatori sono addentrati, sanno come gestire le situazioni ed è stato creato un help desk a via Vernieri perché anche quello è un fatto importante che dà la possibilità di risolvere tanti problemi. Sono quasi due anni in battaglia e dobbiamo abituarci perché probabilmente anche quest’anno rimarrà così; siamo impegnati in questa campagna vaccinale per dare il nostro contributo, fondamentale in questa fase: se il numero dei vaccini aumenta è perché tanti medici si sono messi a disposizione”. Lei di recente è stato premiato dall’associazione Salernitani doc, un riconoscimento importante per un giovane medico… “E’ un riconoscimento importante perché il mio legame con la città è chiaramente importante. Il fatto di essere stato insignito del riconoscimento per il contributo dato quest’anno mi rende felice e mi fa capire che ancora oggi stiamo lavorando in maniera importante per la città. È un premio che mi ha colpito tanto, ringrazio tanto l’associazione e spero di continuare su questa strada, fatta di giovani salernitani che lavorano per contribuire a far crescere la città e credo che questo sia un segnale importante”. L’ordine dei Medici ha una sua squadra di calcio, c’è un campionato importante in corso… “Sì, abbiamo ripreso da poco, dopo la prima fase del covid. Abbiamo fatto una prima partita, poi la presentazione della squadra; dopo il covid, ad ottobre, ci sono state manifestazioni anche ad Avellino, abbiamo iniziato allenamenti ogni lunedì sera e il gruppo cresce sempre di più. Ci sarà la coppa Italia che la prossima settimana, per la prima volta, ci vedrà a Roma e avremo modo di confrontarci con colleghi di altre parti d’Italia, da Milano a Palermo. L’ordine dei Medici patrocina l’attività, il consiglio e il presidente ci sono vicini e questo ci permette di raggiungere sempre nuovi obiettivi, con iniziative benefiche come partite gratuite in diverse zone della provincia di Salerno”.