Abbiamo raggiunto la poetessa Anna Maria Giancarli, mediatrice del forte legame tra Edoardo Sanguineti e L’Aquila e la compositrice Silvia Lanzalone che ha composto Intersezioni ispirato al romanzo “Capriccio Italiano”
Di Olga Chieffi
Se Edoardo Sanguineti ha aperto l’era di un nuovo umanesimo, inaugurando tempi in cui ci fa riflettere su di una nuova tipologia di intellettuale e, quindi, di un suo nuovo rapporto con gli esseri viventi e le cose, con la scuola, la società, gli ascoltatori, i lettori, gli artisti tutti, con la vita stessa, il chierico organico non poteva non irrompere nel mondo musicale. Avrebbe voluto fare il musicista Edoardo Sanguineti, anzi non gli sarebbe dispiaciuto, come Duke Ellington avrebbe desiderato fare il pittore, ma i sogni di questi due geni si sono ugualmente avverati, con i loro “mezzi”, la penna e la composizione, nelle loro opere. La musicalità del segno sanguinetiano sposa, così dal 1960 il genio di Luciano Berio: è del ’63, “Passaggio”, un’ anti-opera, commissionata dalla Piccola Scala, che ebbe esiti tumultuosi: costruita in modo deliberatamente provocatorio, con una sorta di effetto d’ aggressione del pubblico. Seguirono, nel ‘ 65, Laborintus II, basata su un montaggio tra testi di Dante e testi che a Dante fanno riferimento (dal Medioevo a Pound), e ancora, negli anni Settanta, A-ronne, composizione per sole voci originariamente scritta per attori (poi Berio ne fece una versione per cantanti), negli anni Ottanta, Novissimum Testamentum, un lungo poemetto in ottave, su cui Berio ha costruito una intensa pagina. Un’intesa felice quella tra Sanguineti e Berio grazie al giusto equilibrio tra sperimentazione, invenzione semantica e artificio sonoro, in cui non viene privilegiato il “sofisticato”, ma il “complesso”, vissuto e rivissuto in chiave comunicativa. Un quadro, in cui la prassi elettroacustica finisce per diventare una via di emancipazione e di progettazione ulteriore dei campi linguistici e sonori, ricorrendo a contaminazioni prodotte dall’intreccio di mezzi e di sistemi espressivi diversi. Le tracce dell’Edoardo Sanguineti “musico”, veramente infinite le sue collaborazioni, dall’elettronica, al rap, al pop, al jazz, che conobbe e amò in gioventù a Torino, ci hanno portato a L’Aquila, terra di poesia e musica, ove la poetessa Anna Maria Giancarli, ha organizzato ben 18 edizioni di “Poetronics”, ovvero Poesia ed Elettronica, nell’ambito di del Festival Internazionale di Musica Contemporanea. “In un contesto del genere – spiega l’ideatrice di questa rassegna e di tante altre, alla testa di Itinerari Armonici – non potevo non invitare una figura come Edoardo Sanguineti. I nomi dell’elettroacustica sono passati tutti per L’Aquila, che con Michelangelo Lupone e Maria Cristina De Amicis, è divenuta uno dei centri internazionali di questa produzione, con l’Istituto Gramma, il cui comitato vanta nomi quali Mauro Cardi, Agostino Di Scipio, Alessandra Sbordoni. Così nell’edizione del 1997, la terza, il primo dei due incontri di Poetronics fu dedicato interamente a Edoardo Sanguineti, con i “Sei Haiku” per soprano, violino e arpa di Fausto Razzi, Fili Grani, per clarinetto basso e nastro magnetico di Riccardo Dapelo, Intersezioni per nastro magnetico e performer di Silvia Lanzalone, Tracce 4-13 ancora per clarinetto basso e nastro magnetico di Andrea Nicou e Dis-sequentia per voce recitante ed elettronica di Agostino Di Scipio”. “Lavorai sul romanzo di Sanguineti “Capriccio italiano” – rivela Silvia Lanzalone a quel tempo ancora studentessa oggi docente di musica elettronica al Conservatorio di Perugia – e mi colpirono i diversi piani narrativi del romanzo trattati musicalmente come strati sonori in grado di sovrapporsi o separarsi, intersecarsi o compenetrarsi. Quindi scomposi i diversi percorsi narrativi, lavorando sulla parola “piena”, esplodente per me, di fonemi gravidi di ritmo e timbro. Purtroppo, non ero presente quella sera e non potetti incrociare lo sguardo di Edoardo Sanguineti, né godere della sua parola viva, del suo giudizio, su questa empatica collaborazione, attraverso due linguaggi così sorprendentemente osmotici”. “Fu una serata, quella, che inaugurò un rapporto intenso – continua Anna Maria Giancarli – con il poeta e l’inizio di una collaborazione ferace, sfociata nell’assegnazione del premio internazionale, da me promosso, ad Edoardo Sanguineti “Città dell’Aquila”, intitolato a Laudomia Bonanni, nell’edizione del 2003, in coppia con il poeta siriano Adonis. Ricordo una serata splendida. Edoardo era un uomo incantevole, nella conversazione, nei modi, che quando lo si lasciava, calava immediatamente un velo di tristezza interiore. Diverse volte è venuto all’Aquila, e l’ho accompagnato per ogni angolo della città, fino a quel fatidico 6 aprile del 2009. Una ferita indelebile, per noi tutti e credo per l’intera Italia. Sono rimasta sette mesi fuori della mia città poi, mi hanno assegnato una delle famose casette. Non ero più rientrata in casa mia da quella notte e una domenica mi venne una smania improvvisa, presi le chiavi e salii. Tra le mura lesionate, le suppellettili in frantumi, cocci dappertutto, squillò il telefono. Già nell’angoscia, titubai non poco, poi decisi per alzare la cornetta: “Annamaria, come stai, sono Edoardo ho provato e ti ho trovata!”. Un’emozione indicibile. Seguì la promessa di scrivere dei versi per quell’Aquila ferita, ma la morte è sopraggiunta prima. La città ha ricambiato il suo amore con l’edizione 2013 de’ “lapoesiamanifesta!”, in occasione della Giornata Mondiale della Poesia del 21 marzo istituita dall’Unesco -, nella zona rossa della città dell’Aquila. Sempre nel solco della multimedialità e sperimentazione, Itinerari Armonici, coinvolgendo numerose istituzioni ed associazioni cittadine, ha portato la poesia nei luoghi non deputati, scuole, ospedale, università, autobus di linea, vie, piazze e locali, che è le è valso la proclamazione di “sede centrale” della Giornata Mondiale della Poesia. In quell’ambito, l’edizione fu interamente dedicata ad Edoardo Sanguineti, con la pubblicazione delle Ballate, da parte della Casa editrice Tracce, cui collaboro, e la realizzazione di uno splendido murales, realizzato da Luca Ximenes, che pone Edoardo Sanguineti nella pietra, quasi a protezione della città, in segno di reciproca amicizia”.