Continuano stasera, alle ore 21, gli appuntamenti jazz della XXV edizione dei Concerti d’Estate di Villa Guariglia in tour. Il crooner e chitarrista si presenterà in quartetto con Lello Petrarca alle tastiere, Emiliano De Luca al basso e contrabbasso e Dario Guidobaldi alla batteria
Di Olga Chieffi
Questa sera, alle ore 21, nell’area archeologica etrusco-sannitica di Fratte, torna ospite del cartellone de’ I concerti d’Estate di Villa Guariglia in tour, Carlo Lomanto in quartetto con il leader alla voce e alla chitarra, Lello Petrarca alle tastiere, Emiliano De Luca al basso e contrabbasso e Dario Guidobaldi alla batteria in “Blues in my soul”. Il festival, ideato da Antonia Willburger, è organizzato dal CTA di Salerno in collaborazione con la Provincia di Salerno, il Conservatorio Statale di Musica “G. Martucci” di Salerno, la Camera di Commercio – Coldiretti Salerno, la Fondazione di Comunità Salernitana e con il patrocinio del Comune di Salerno e della Fondazione Carisal. I Concerti d’estate di Villa Guariglia in Tour quest’anno sono rete con le seguenti associazioni: Campania Danza, Compagnia del Giullare, Gestione Musica, Porto delle Nebbie e Spazio Up Arte che cura l’iniziativa “in rima agli alberi”. Blues in my soul” è il titolo dell’ottavo lavoro discografico del crooner e compositore partenopeo, Carlo Lomanto, è un affettuoso omaggio alle proprie radici. Il concerto diventa, un tuffo nel passato, un viaggio, un ritorno alle origini: a quando, da ragazzino, Carlo iniziava a strimpellare la chitarra, e lo faceva ascoltando, tra gli altri, i dischi di Edoardo Bennato e Pino Daniele. D’altronde, quando si parla di radici – si sa – non si può non celebrare il blues, quel genere musicale da cui tutti gli altri inevitabilmente prendono vita. La filosofia del XIX secolo ha insegnato la ricerca oltre la coscienza della propria verità, questo genere non ha forse realizzato questo con l’improvvisazione? C’è, poi, una tradizione che, nel ruolo della emotività, del rapporto amore-odio, piacere dolore, vita-morte, fa del blues e del jazz un linguaggio iniziatico, neo-romantico. L’emozione e l’espressione dell’emozione stessa sono perseguite in opere che l’esegesi ha voluto fossero pagine chiave della storia della musica e in scaletta ne troveremo due quali “God bless the child” di Billie Holiday una “sacra e profana”, poiché fa riferimento alla Bibbia mentre indica che la religione sembra non avere alcun effetto nel far sì che le persone si trattino meglio e che il bambino che fa da sé sarà protetto da Dio e “St.James Infirmary”, scorata, tonalmente e sentimentalmente incerta con quelle note che non esistono, che devono essere cercate, inseguite, raggiunte. Il concerto sarà caratterizzato da atmosfere che richiamano lo swing e la black music del anni ’40 e ’50, così “I got the blues” di Pino Daniele verrà accentuata la sua natura swing e notturna e “Call Center Blues” diverrà un brano dal cuore caldo Rhythm & Blues. Il blues reitera e avvalora il suo senso etico ed estetico in un modo di vivere, di essere e di sentire, in uno status impalpabile e sfuggente, ma al contempo, sempre intensissimo e vivido, in quel cosiddetto Blues feeling, ed ecco Nun tengo genio o Ain’t got nothing but the blues di Ellington. Su questo filo Carlo Lomanto passerà a cantare quelle disarmonie di While my guitar gently weeps di George Harrison o Tears In heaven di un Erik Clapton che ha perso suo figlio, fino a giungere alla sua personale sul filo dei ricordi di Ninna Nonna e continuare con un altro eccezionale classico, Everyday I have the blues di Sparks, ma sulle tracce di B.B. King, per poi ritornare e chiudere con il John Lennon di Day Tripper e Come Together di Lennon-McCartney e l’enfasi di quel “giro” di basso alla ricerca di un raggio di luce.