Un furto di identità. Un bieco scopo. Brutta disavventura per un giovane calciatore salernitano, vittima di un hacker che ha creato un profilo falso su Facebook a suo nome al fine di adescare ragazze. Non ragazze qualsiasi, bensì minorenni. Il ladro di identità non si è però limitato ad utilizzare solo le fotografie ma anche il nome e cognome della sua vittima. Claudio Sandrigo (nella foto), ventiduenne che ha militato in diverse squadre locali, ha dovuto così giustificarsi con molti fra quanti lo hanno creduto un molestatore. Il ragazzo ha spiegato di essere estraneo ai fatti e di esser vittima di un pirata del web. Dal suo falso profilo, dove tra l’altro alla voce professione è indicato “accompagnatore di escort” erano infatti partititi approcci sotto forma di apprezzamenti pesanti e tags a foto di ragazze della sua stessa città, alcune appartenenti anche alla sfera di amicizia del vero Claudio. È stato solo grazie alla segnalazione di una di loro, che è stato possibile scoprire il “furto”. Nei modi volgari e dalle molestie sboccate del clone “sei la più porca di Salerno” o “ho voglia di sesso…”, una sua amica, prima risentita e poi insospettita, lo ha avvisato subito dell’inganno. Il giovane, preoccupato dalla diffusione incontrollata delle proprie foto, ha deciso di sporgere denuncia alla polizia postale per la violazione della sua privacy e per evitare il protrarsi delle molestie. Da un’analisi delle pagine create abusivamente, pare infatti che l’impostore sconosciuto, abbia dei gusti ben precisi e preferisca contattare per lo più ragazze minorenni, specie se con foto che le mostrano in minigonna, in costume da bagno o comunque poco vestite. La sua tecnica è semplice: le contatta chiedendo loro la cosiddetta “amicizia” su Facebook e poi prova a circuirle. «Non so se questo signore è già riuscito a fissare un appuntamento o ad incontrare qualcuna» – commenta Sandrigo. Si tratta infatti di una circostanza a cui la vittima non riesce autonomamente a porre rimedio e che gli ha creato un comprensibile stato di ansia. Per l’avvocato Andrea Gambardella del foro di Salerno, esperto di reati informatici e legale di Sandrigo: «I social network sono un’arma a doppio taglio – aggiunge – sempre più frequentemente alcuni utenti li utilizzano per la creazione illegale di profili falsi – meglio conosciuti come “fake” – a scopo diffamatorio. Si tratta di una pratica che si avvale del furto d’identità a discapito di terzi, ignari di tutto fino all’amara scoperta, che avviene, il più delle volte, grazie ad un amico. La quantità di informazioni personali che può essere ricavata dai siti sociali é senza dubbio un dato allarmante. Sono in forte aumento anche i casi di skimming la “scrematura” dei dati per la clonazione di carte bancomat e di credito. In questo caso specifico però il clone del mio assistito ha creato un falso profilo che potrebbe celare anche un intento denigratorio della vittima. La magistratura, informata dalla polizia postale svolgerà le dovute indagini».
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