di Erika Noschese
Sì ad un centro destra unito, in vista delle elezioni per il rinnovo del consiglio provinciale ma con liste di Fratelli d’Italia. Lo ha confermato Antonio Iannone, senatore del partito guidato a livello nazionale da Giorgia Meloni. Le elezioni del consiglio provinciale dovrebbero tenersi il prossimo 18 dicembre ma, conti alla mano, lo slittamento sembra inevitabile, soprattutto considerando che a Salerno non è ancora avvenuta la proclamazione degli eletti in consiglio comunale. Saranno chiamate al voto 75 Province, 31 anche per il presidente; oggi la norma parla di elezioni da tenersi entro i 60 giorni dalla proclamazione degli eletti in consiglio comunale, non ancora avvenuta nella città capoluogo. Tra le altre cose, come ha ricordato il parlamentare salernitano, la legge Del Rio prevede che ad indire le elezioni siano i presidenti di Provincia 40 giorni prima della data, dando la possibilità all’ufficio elettorale di insediarsi e dal ventesimo al diciannovesimo giorno si dovranno presentare le liste Onorevole Iannone, Forza Italia e Udc si dicono favorevoli ad un centro destra unito in occasione delle elezioni per il rinnovo del consiglio provinciale. Fratelli d’Italia come si pone? “La nostra direttiva nazionale e regionale è quella di fare liste di Fratelli d’Italia ma poi decidono le segreterie provinciali. Questo non ha nulla a che vedere con il discorso dell’unità perché anche alle comunali ci presentiamo uniti ma ognuno con la propria lista. La nostra direttiva è fare liste di partito di FdI, forse loro parlano di lista unica ma questa è una cosa che spetta ai segretari provinciali, fermo restando la direttiva nazionale che è chiara, così come quella regionale. A Salerno non si voterà per il presidente ma solo per il consiglio provinciale e in quel caso ci sarebbe stato un candidato di coalizione”. Ci sono già dei nomi in lista? “Faremo la riunione con l’esecutivo e naturalmente ragioneremo sui criteri per la lista in modo da dare rappresentanza a tutte le zone. Ad oggi, non vi è alcuna certezza sulla data del 18 dicembre, se non un’interlocuzione tra l’Unione delle Province e il governo decidendo per il 18 dicembre questo election day di secondo livello. Saranno chiamate al voto 75 Province, 31 anche per il presidente; oggi la norma parla di elezioni da tenersi entro i 60 giorni dalla proclamazione degli eletti in consiglio comunale di questo turno e, soprattutto a Salerno, c’è questo problema della proclamazione, al momento non vi è alcuna data ufficiale. La legge Del Rio prevede che ad indire le elezioni siano i presidenti di Provincia 40 giorni prima della data, dando la possibilità all’ufficio elettorale di insediarsi e dal ventesimo al diciannovesimo giorno si dovranno presentare le liste. Ora, facendo i calcoli: se parliamo del 18 dicembre, i presidenti di Provincia dovrebbero fare il decreto entro martedì ma come sempre è tutto molto in alto mare. Poi, c’è un progetto di legge di riforma del Tuel che riguarda anche le Province: si ipotizza il ritorno dei cinque anni di durata, sia del presidente che del consiglio, con il ritorno della giunta e degli emolumenti”. Tema caldo di queste settimane l’inchiesta della Procura di Salerno. Stamattina (ieri per chi legge ndr) i dipendenti hanno fermato il sindaco in piazza Amendola chiedendo di poter lavorare… “Al di là della questione di carattere giudiziario, abbiamo fiducia nella magistratura e speriamo ci siano tempi brevi, il punto è che per colpa del sistema Salerno e di De Luca noi oggi abbiamo una città – la seconda della Campania – che dal punto di vista politico e amministrativo è paralizzata. Io dico: se il sindaco Napoli ha paura e ha qualcosa da temere deve dimettersi perché la città non può rimanere in attesa delle sue vicende e del suo gruppo dirigente, i lavoratori non hanno colpe così come i cittadini. Non riescono a fare gli impegni per Luci d’Artista, segno di una paralisi politica e amministrativa. Se invece ritiene di non avere nulla da temere, amministrasse e andasse avanti ma in questa condizione, asserragliati nel fortino senza parlare con i giornalisti, i lavoratori e i cittadini mi sembra non più sostenibile. Delle due l’una: o si dimette o amministra”. Zoccola, nel corso degli interrogatori ha fatto nomi e cognomi. Tra i nomi spunta quello di Mimmo Ventura, oggi consigliere di Fratelli d’Italia… “Tutti sanno che la cooperativa San Matteo è stata fondata da Ventura, lui non l’amministra. Fratelli d’Italia non ha nulla a che vedere con questa storia, Ventura ha aderito di recente al partito. Fratelli d’Italia a Salerno città non ha mai governato, il problema è che Ventura fondò la cooperativa? Se ha cambiato parte politica è perché non è d’accordo con quel sistema, è evidente ma il partito è totalmente estraneo ai fatti”.