Pagani. A reggere i fili del crimine tra spaccio ed estorsioni della consorteria del Bronx dei Fezza/De Vivo di Pagani erano le donne. Ruolo di primissimo piano per ribadire la forza della cosca e soprattutto il maneggio dei soldi. Estorsioni ai pusher di mille euro al mese: se voleva vendere la droga per conto proprio, lo spacciatore doveva versare il pizzo nelle casse dell’associazione Fezza/De Vivo. “Questi soldi ci servono per pagare le “mesate” ai nostri affiliati carcerati e alle loro famiglie”, ribadiva in una intercettazione ambientale Rita Fezza da giovedì rinchiusa in carcere insieme ad altri 74 indagati. Sia Rita Fezza che Anna Mannoni avevano la gestione economica del gruppo. Infatti si adoperano per il sostentamento dei nuclei familiari dei sodali in costanza di detenzione con i sodali. Un pusher non rispettò il pizzo da versare al gruppo e si decise di mettersi per conto proprio a spacciare droga, motivò la sua decisione (dopo un pestaggio) che l’associazione non gli versava più i mille euro al mese e non aveva i soldi per pagare l’avvocato. La cosa viene detta a Rita Fezza che sbottò. “Quel bastardo, lo sa che ha sbagliato. Qui abbiamo da pagare mille avvocati”, riferimento al fatto che non c’erano problemi a pagarne anche un altro. In una conversazione tra Vincenzo Petranovic e Rita Fezza emerge come la donna si lamenti delle troppe spese legali da affrontare per i detenuti del clan. Il dialogo fa riferimento anche a una spesa di 35mila euro da consegnare a un avvocato per la difesa di uno dei suoi fratelli (Luigi o Francesco), legale che avrebbe preteso l’intero importo da parte della famiglia. Rita Fezza e Anna Mannoni convenivano dopo una discussione di saldare con i 35mila euro l’avvocato e porta “l’imbasciata” al detenuto. All’interno dell’abitazione di famiglia erano stati intercettati Vincenzo Petranovic, Rita Fezza e Anna Mannoni: l’uomo portò 3500 euro e rimarcò: “Wue Ri (rivolgendo alla Fezza) questi qua sono soldi che servono per l’avvocato, restano solo mille euro ma 2500 li devi portare a lui”. Oltre alla diretta holding finalizzata allo spaccio di droga, l’associazione ha dimostrato di perfezionare delitti sia in ordine di forniture di sostanze stupefacenti che del tentato omicidio (di Marco Misciascio agosto 2023), sia con riguardo al versamento di una imposta fissa sui profitti e sia ancora sullo svolgimento delle attività illecite sul territorio. Proprio in riferimento all’agguato di Misciascio, Rita Fezza a telefono vuole gratificare il figlio Michele D’Auria Petrosino per l’agguato a Misciasco e lo fa parlando con Vincenzo Petranovic. C’erano da dividere 75mila euro. “Per quel fatto glieli regalo pure io (35mila), gli altri te li tieni tu”. Mille euro al mese toccavano al capo famiglia detenuto Tommaso Fezza, alias ‘o furmaggiar, marito di Anna Mannoni. Incaricato a prendere soldi per il “Sistema” Pagani è Vincenzo Petranovic il quale più volte viene chiamato per risolvere insolvenze da parte dei pusher. Domani mattina al via gli interrogatori di garanzia in carcere davanti al gip Pietro Indinnimeo del tribunale di Salerno.





