Di Olga Chieffi
Saranno i Pooh i protagonisti del “Capodanno in Piazza” organizzato dal Comune di Salerno con il sostegno della Regione Campania ed a cura di Anni 60 Produzioni. L’appuntamento con la band che ha fatto la storia della musica italiana è nella meravigliosa Piazza della Libertà a Salerno domenica 31 dicembre 2023 a partire dalle ore 22.00. I Pooh salutano il 2023 e danno il benvenuto al 2024 con la loro musica, rigorosamente dal vivo. Il gruppo, infatti, sarà protagonista di 3 speciali appuntamenti a ingresso libero, in programma anche nella Notte di San Silvestro e nella giornata di Capodanno: Messina, Salerno e Pescara sono le 3 città in cui Dodi Battaglia, Red Canzian, Roby Facchinetti e Riccardo Fogli si preparano a suonare al termine di un grande anno.
Nella città delle celebri Luci d’Artista un evento spettacolare e coinvolgente. Ad aprire la serata alle ore 20.45 ci saranno Pippo Pelo, Adriana Petro e Pika Dj che scalderanno il pubblico con musica dance e animazione. Alle 22.00 il concerto dei Pooh che proporranno tutti i loro principali successi. A Mezzanotte brindisi augurale e spettacolo di fuochi pirotecnici.
Ebbene sì, all’inizio, i Pooh, ovvero la via nazionalpopolare al soft-pop caramelloso degli anni Settanta e Ottanta, i quattro profili sbozzati sul monte Rushmore dell’easy listening tricolore, gli imperdonabili autori di “E non dici una parola, / sei più piccola che mai:/in silenzio morderai le lenzuola/ so che non perdonerai” – furono un gruppo beat the Jaguars. Dopo diversi avvicendamenti ecco i Pooh sulla breccia grazie a “Piccola Ketty”, bandiera bianca sventolata in faccia alla propria integrità artistica e capace, ovviamente, di scalare le classifiche scaldando i cuori delle quindicenni di allora, oggi ultracinquantenni che ritroveremo sotto il palco salernitano. Capita l’antifona, dunque, i Nostri si rassegnano a diventare “i Beatles delle parrucchiere”.
Brani iconici che hanno emozionato intere generazioni: un viaggio musicale lungo oltre cinquant’anni di successi primi cantanti di grido dopo i mille flauti di FalauT a esibirsi live in Piazza della Libertà, in riva al mare all’ombra del Crescent di Ricardo Bofill e con sullo sfondo la Stazione Marittima di Zaha Hadid.
Nella cinquantina di canzoni che la band propone, suddivise in blocchi logici e tematici c’è modo di presentare tutte le sfumature stilistiche della band, dal progressive affidata prevalentemente alla seconda e – con “Parsifal” – alla quarta parte del concerto, al pop più melodico. È una peculiarità che in tutti questi decenni di attività ha contraddistinto la band ed è quella che le ha permesso di avere un ampio pubblico, ognuno, può trovare in loro ciò che preferisce, hanno così tante anime da diventare “generalisti”. Piaccia o no, quindi al di là del gusto personale, va riconosciuto ai Pooh di aver saputo intercettare, con onestà e professionalità, una buona fetta di pubblico, di riuscire a piacere e convincere tanti, in una parola essere pop ed esserlo a modo loro, senza inseguire nessuno, anzi. È impossibile che anche un’anima dura e pura, un rocker incallito non trovi tra i brani in scaletta un brano da cantare, legato a qualche ricordo. Da sempre i Pooh hanno investito sui loro live, negli anni ’80 i loro concerti erano un concentrato di tecnologia, con produzioni avveniristiche e molto spettacolari, anticiparono in Italia i laser e famose erano le carovane di TIR che accompagnavano ogni loro concerto (certo la sensibilità ambientare in quegli anni lasciava un po’ a desiderare). Oggi spesso capita di assistere a concerti che vanno oltre lo spettacolare e quindi ciò che hanno fatto i Pooh è ora “convenzionale”. Così la loro attuale produzione sembra più standardizzata e semplice. Non ha niente di esplosivo (se non qualche lanciafiamme) ma ci sono bellissimi visual ed è affascinante quanto di grande eleganza, e in molti dovrebbero dire grazie alla band. In sostanza assistere a un concerto dei Pooh, sempre che lo si voglia fare, è un’esperienza piacevole, ci si trova al cospetto di una band di grandi professionisti, capaci di dare sempre qualcosa al pubblico, abili nel costruire spettacoli, nel suonarli e architettarli nel modo giusto. Non tutto, per gusto, può essere apprezzabile ma quando si lanciano , e in questa occasione lo faranno spesso, nelle loro digressioni musicali lasciano un segno, meno accattivanti risultano quando si perdono nelle melodie un po’ leziose. Ma l’ultima sezione sarà, come in tutti i concerti quella più coinvolgente, quella da cantare tutti insieme. Chissà che la chiave del successo di questo concertone non sarà proprio l’aver finalmente donato un luogo alla città, che inizierà finalmente a restituire qualcosa di una drammaturgia segreta, nella quale cominceranno ad annodarsi rapporti empatici, nascite, emozioni, che porteranno tutti a “fare parte della scena”, al fianco dei musicisti. “Chi fermerà la Musica?”.