I magistrati di Salerno entrano nel paradiso finanziario di Iervolino - Le Cronache Ultimora
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I magistrati di Salerno entrano nel paradiso finanziario di Iervolino

I magistrati di Salerno entrano  nel paradiso finanziario di Iervolino

di Antonio Manzo

La procura della Repubblica di Salerno indaga sull’acquisto della Salernitana da parte di Danilo Jervolino. Un’inchiesta che prende quota nelle ultimse settimane. La notizia arriva da Perugia dove tra le carte processuali sull’inchiesta dossieraggio ci sono le tracce della comunicazione inviata dalla procura di Salerno per ottenere informazioni dal Servizio Sos della Direzione Nazionale Antimafia per il contrasto alla infiltrazione della criminalità organizzata nel sistema economico . All’epoca della richiesta dei Pm salernitani l’ufficio della Dna è retto dai due imputati nell’inchiesta dossieraggio (procedimento 2313/2923) l’ex pm Antonio Laudati e il militare della Guarda di Finanza Pasquale Striano. Nel fascicolo processuale che sarà reso noto alla commissione parlamentare antimafia per decisione del procuratore di Perugia Raffaele Cantone, ci sono le tracce della comunicazione inviata dalla procura di Salerno per ottenere notizie e documentazione necessarie per lo sviluppo delle indagini da parte della struttura Dna che fronteggia le esigenze tematiche per il contrasto alla infiltrazione della criminalità organizzata nel sistema economico finanziario. Solo il servizio Sos della Procura nazionale antimafia avrebbe potuto fornire informazioni utili sul presunto autoriciclaggio nell’acquisto della Salernitana. I pm salernitani che indagano su Jervolino e la Salernitana chiedono così l’atto di impulso investigativo della Direzione antimafia nazionale con approfondimenti altamente specializzati. I magistrati di Salerno si trovano ad entrare nel paradiso finanziario di Danilo Jervolino costellato da stelle milionarie con diversi interessi economici, dall’università privata all’editoria, fino al calcio con l’acquisto della Salernitana. E quale migliore aiuto che chiedere un approfondimento alla Direzione nazionale antimafia di in relazione al processo penale scaturito dall’acquisto della Salernitana? Nella giornata di ieri il contatto cercato con l’attuale presidente della Salernitana Jervolino non è andato a buon fine perché – ci ha riferito la nostra fonte – si troverebbe in ferie in crociera proprio negli stessi giorni in cui si starebbe concludendo la trattativa per cedere la squadra granata ad imprenditori di Benevento. E’ l’inchiesta sull’acquisto della Salernitana dalla quale nasce una “costola” investigativa poi trasferita per competenza alla Procura di Roma dopo una discussione tra i componenti del servizio Sos della Dna per l’inoltro per competenza a Roma. I pm romani, che hanno già sentito come persona informata dei fatti il presidente della Lazio Claudio Lotito, dovranno verificare se vi fossero stati rapporti di natura patrimoniale tra Danilo Iervolino e Gabriele Gravina, amico stretto dello stesso Jervolino ed assiduo frequentatore dell’Arechi. Risultava che un fondo inglese aveva acquistato un appartamento a Milano, di ingente valore, in favore della figlia di Gravina in cambio della prelazione sull’eventuale vendita di antichi libri di sport posseduti dallo stesso presidente della Fgci. La prelazione successivamente revocata ha fatto conservare i libri antichi nella biblioteca di casa Gravina, ma non è stata mai rintracciata prova di effettiva restituzione del danaro. La casa di lusso di Milano per la figlia di Gravina da chi è stata pagata? Finora un mistero. Questo mistero dei soldi pagati da Gravina è solo uno dei quattro episodi puntualmente riferiti a Cantone che spiegherebbero il tritacarne giudiziario nel quale è finito l’ex pm Antonio Laudati che mai avrebbe pensato che sarebbe venuti fuori il presunto dossieraggio proprio con una sua relazione di servizio scritta il 21 novembre 2022. Sono ben quattro gli episodi che rappresenta a sua difesa l’ex magistrato Laudati il Pm antimafia che avrebbe spiato politici, sportivi, personaggi pubblici sui quali preparava dossier o che servivano a ricattarli. <Dopo tanti anni di carriera non avrei immaginato che potesse accadere una cosa del genere> dice oggi sconsolato Antonio Laudati finito nel “verminaio” della Repubblica.