di Antonella Pacilio
BATTIPAGLIA. Le puntano il dito contro e le dicono che non vuole seguire percorsi volti alla mediazione familiare. Evidenziano il suo astio nei confronti dell’ex compagno. Le tolgono i bambini e li “rinchiudono” in casa famiglia. Le accuse di alienazione parentale (Pas) diventano un lontano scheletro, ma la situazione non cambia: Donatella Cipriani deve vedere i suoi bambini soltanto una volta a settimana, incontri controllati e protetti. Dov’è la mediazione familiare quando, invece, dinanzi ad un giudice viene presentata un’istanza, da parte del padre e dei genitori paterni di Carlo e Luca (nomi di fantasia), che chiede l’allontanamento definitivo dell’unica figura genitoriale della quale chiedono proprio i due bambini cioè la mamma? Come si può determinare la non volontà a risanare una situazione ormai alla deriva quando Donatella si attiene ai provvedimenti senza nulla a pretendere se non di poter riabbracciare i suoi bambini nel loro equilibrio familiare? Non è scaturito tutto questo procedimento di accuse proprio dal fatto che i bambini si trovavano con il padre per salvaguardare proprio il rapporto genitoriale con la figura paterna? Di fatto queste considerazioni i giudici della Corte d’Appello di Salerno le avranno pur dovute fare considerato che l’istanza del padre e dei nonni è stata rigettata e gli incontri tra i bambini e la madre salvaguardati. Ora perché non trovare un modo diverso di agire, e seppur in maniera controllata, permettere a Carlo e Luca di rientrare nel loro mondo al quale sono stati “strappati”? La sentenza è decisiva la lontananza servirebbe a scongiurare “pregiudizi”, ma spontaneo viene da chiedersi se i pregiudizi hanno capacità anche a chilometri di distanza e dopo giorni e giorni di distacco. Nella sentenza stessa si evince che Carlo e Luca sono bambini sereni che hanno “un ottimo rapporto con le operatrici, ottimi risultati scolastici, seguono uno sport e una dieta” presupposto che farebbe pensare e forse dedurre che i due bambini provengono da un ambiente familiare sereno e ai quali è stato insegnato il “vivere civile”. E allora cosa è cambiato? Cosa ha alterato un procedimento di mediazione che parte dalla serenità familiare nella quale i bambini vivevano con la madre? Come si evince anche dalla relazione della Ctu gli indici di abusi indicano alti valori, ma questi non hanno “reale” stima a causa di una teoria non dimostrata di Pas. La Corte d’Appello di Salerno sezione per i minorenni, così come il Tribunale dei minori prima, intende dare importanza assoluta al recupero attraverso percorso terapeutico con entrambe le figure genitoriali. Eppure all’interno della stessa sentenza si evidenzia che i minori non intendono vedere il padre e che il percorso risulta difficile e seppur non si dà molta importanza alla reale esistenza scientifica della Pas si tende ad evidenziare una personalità della madre (con la quale il rapporto anche per i giudici e nell’interesse dei minori deve essere assolutamente salvaguardato) “labile e precaria”. Dimentichiamo forse che Donatella ha tutt’ora in essere un procedimento penale nei confronti dell’ex compagno per violenze e abusi nei confronti suoi e dei figli? Una certa instabilità, qualora fossero dimostrati fatti del genere, dovrebbe quanto meno essere giustificata e certamente non dovrebbero essere determinante di un tale allontanamento. Non dimentichiamo di fatti i video e le registrazioni nelle quali Carlo e Luca piangono a singhiozzo manifestando la paura di morire quando lo scorso 15 marzo furono allontanati in maniera del tutto discutibile. Non è questo un motivo di instabilità, di paura? Ma l’allontanamento persiste e le motivazioni addotte dalla Corte d’Appello sono le seguenti: “sindrome dell’obesità” con relativo “rifiuto del percorso terapeutico da parte della madre” . Ora seppur valutando come possibili queste due spiegazioni date dalla Corte d’Appello, così come sostiene la difesa di mamma Donatella Cipriani, è vero che Carlo e Luca hanno perso allo stato attuale 13 chili? E’ vero che mamma Donatella si è sottoposta a tutte le disposizioni del Tribunale così come da sempre stabilito? E’ una condanna a vita, ci verrebbe da pensare, sia per Carlo che per Luca.