Humanitas, ex volontario racconta la sua esperienza in Ucraina - Le Cronache
Cronaca

Humanitas, ex volontario racconta la sua esperienza in Ucraina

Humanitas, ex volontario racconta la sua esperienza in Ucraina

Di Andrea Orza

 

 

Roberto Schiavone Presidente dell’Humanitas Salerno illustra il rapporto del programma di soccorso umanitario in Moldavia. La cooperazione al momento sembra essere l’unica strada per andare in aiuto ai cittadini Ucraini, parzialmente disarmati e sotto assedio dal 24 febbraio 2022. Nel frattempo, in Italia, l’avanzata delle nuove varianti Covid-19 mostra dei risvolti indesiderati. A rincuorare sembrerebbe l’arrivo dei turisti ma come potrà l’Humanitas da sola risolvere tutte le emergenze durante la bella stagione?

 

 

Quali coinvolgimenti dell’Humanitas nel conflitto in Ucraina?

 

“L’Humanitas cerca di essere presente su più fronti, il nostro è un impegno tangibile e immediato. Sebbene il terrore bellico in Ucraina sia stato sedato dalle novità mediatiche, la guerra continua a mietere morti. Dispiace sapere che la maggior parte delle vittime sono proprio i più giovani che per assicurare un futuro alla patria combattono prontamente e senza molta esperienza. La partecipazione dell’Humanitas Salerno sarà rappresentata da un nostro deputato che porterà a termine quanto è stato pianificato negli ultimi tempi. Tra le emergenze, infatti, abbiamo messo a punto una programma d’intervento umanitario in Moldavia. In diverse strutture moldave vengono assegnati centinaia di superstiti gravemente feriti. Dopo esserci accordati la nostra delegazione, appoggiata dal Ministero dei Servizi Sociali e dal Ministero della Salute, fornirà approvvigionamenti biomedici, come protesi artificiali e medico provvedendo al sostegno sia terapeutico che fisioterapico. Ci auguriamo che le nuove tecnologie supportate da un buon percorso di riabilitazione riescano a salvare i più fortunati.”

 

 

Cosa si prospetta nei prossimi mesi?

 

“Dal 2020 a questa parte il mondo va alla rovescia. I volontari dell’Humanitas di Salerno e provincia sono circa 150 e reagiscono attivamente alle avversità ormai all’ordine del giorno. Il Covid-19 continua a rincorrerci e attualmente siamo in una fase delirante e si prospetta l’arrivo della variante indiana ad ottobre. Molte volte abbiamo anche un ruolo di mediazione con gli ospedali ingombrati dai pazienti in degenza mentre le ambulanze brulicano di civili in agonia. Nel frattempo, l’estate avanza e la città pullula di turisti. Si prospettano nuovi imprevisti, già adesso le richieste dalla centrale operativa sono numerosissime. Abbiamo una postazione medicalizzata a Cetara che copre Maiori e Vietri. Anche il soccorso marittimo è coperto dalle ambulanze del mare che entrano in servizio nel week-end.”

 

Per gli audaci esploratori delle montagne?

 

“Abbiamo un’intera schiera di volontari che si occupa dell’ambiente, sotto il nome di rangers. Solo loro ad occuparsi dell’area di montagna e ispezionano le zone liminali con continui pattugliamenti. Ci sono ancora dei sentieri difficili da raggiungere ma per fortuna abbiamo un’ambulanza Range Rover a disposizione.”

I modi bruschi della Russia colpiscono soprattutto i più giovani. Vasil Dembovskiy ex-volontario presso l’Humanitas Salerno, racconta l’esperienza di trincea come paramedico militare esperto.

 

Ho vissuto 20 anni in Italia, circa 15 anni a Salerno. Un giorno ho contattato l’Humanitas perché volevo rendermi utile come volontario. Conobbi così Roberto Schiavone a cui devo la mia gratitudine. Da 3 anni sono tornato nel mio paese e grazie alle competenze paramediche sto avendo un ruolo attivo in questo conflitto. Io non uccido, sono un paramedico militare. Grazie al nostro comandante, una giovane ragazza senza paura, abbiamo modo di soccorrere i feriti presso un battaglione. Riforniamo le armi quando occorre e siamo in prima linea nei soccorsi militari. Sto assistendo a tante atrocità, i giovani muoiono e le ferite sono dentro e fuori. E pensare che prima che la guerra iniziasse la mia passione era l’arte, mi occupavo anche dei tour presso il Vaticano. Adesso prego perché la mia gente venga risparmiata. Ringrazio ancora Roberto Schiavone e Felice Carpentieri che mi hanno insegnato la lingua e la dedizione verso il prossimo. Solo facendo esperienza si può amare il servizio sociale, invito tutti i paesi dell’Unione Europea e le associazioni benefiche a mandare il supporto necessario. Qui c’è bisogno ancora di tutto e la guerra non è ancora finita.