Grimaldi: le norme del salva casa - Le Cronache Ultimora
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Grimaldi: le norme del salva casa

Grimaldi: le norme del salva casa

di Erika Noschese

 

 

Ok al decreto Salva Casa, la riforma organica auspicata da professionisti e imprese che ha l’obiettivo di regolarizzare e rendere abitabili il maggior numero possibile di immobili. La nuova legge ha l’obiettivo di sanare le piccole difformità che rendevano impossibili le compravendite o i lavori edili. A fare il punto della situazione Angelo Grimaldi, presidente Unaco, l’Unione nazionale costruttori e vicepresidente nazionale di Federesco, la federazione nazionale delle aziende di servizi energetici.

Il Decreto Salva Casa è legge, quali novità e cosa cambia?

«Per il Decreto Salva Casa dovremmo attende l’ultimo passaggio in Senato il prossimo 28 luglio, ma questa volta possiamo affermare che gli emendamenti approvati già alla Camera Dei Deputati, abbaino già determinato il seguente assetto. Chiaramente in pillole, poiché ad ogni cittadino interessato dalle modifiche normative, consigliamo di farsi assistere da tecnici qualificati. Passiamo ora a descrivere le attività consentite con le nuove norme.

Le varianti antecedenti l’anno 1977

Si consente la regolarizzazione di varianti in corso d’opera in parziale difformità dal titolo abilitativo rilasciato prima del gennaio 1977. Per dimostrare la data di esecuzione dei lavori, si potrà utilizzare quanto consentito e cioè documenti catastali, fotografie o altri atti idonei. In caso non si posseggano tali evidenze, dovrà essere un tecnico ad attestare sotto la propria responsabilità i lavori e le date di esecuzione.

Lo stato legittimo

Le difformità presenti sulle parti comuni oppure in un singolo appartamento non potranno bloccare i lavori in corso, sia che si tratti di in un appartamento che di parti comuni.

Il recupero dei sottotetti

Al fine di ampliare l’offerta abitativa e limitare il consumo di suolo, gli interventi di recupero dei sottotetti sono consentiti, nei limiti e secondo le procedure previsti dalla legge regionale e con requisiti previsti dalle norme dell’epoca.

Le regolarizzazioni delle variazioni essenziali sanabili

Per le difformità essenziali, è superato il principio della doppia conformità per andare oltre le differenze regionali. Le variazioni possono anche comprendere gli incrementi di volumetria, dovranno però essere contemporanee al titolo autorizzativo ed alla normativa edilizia vigente all’epoca dell’intervento, oltre che a quella urbanistica al momento di presentazione della domanda di sanatoria.

I cambi di destinazione d’uso concessi anche con opere

Per questo tema tanto delicato, avremo un’ulteriore semplificazione per quel che riguarda i cambi di destinazione d’uso, infatti la legge di conversione estende la misura, autorizzando anche i mutamenti d’uso mediante Scia con opere.

VePA sui porticati

Altro argomento molto delicato per tante famiglie, per quel che riguarda le VePA, una modifica apportata in sede parlamentare ne ridimensione l’area di applicazione, poiché potranno essere realizzate sui porticati eccetto quelli “gravati, in tutto o in parte, da diritti di uso pubblico o collocati nei fronti esterni dell’edificio prospicienti aree pubbliche”, caso nel quale servirà il permesso di costruire.

Le pergole bioclimatiche in edilizia libera

Entrano nell’ambito dell’edilizia anche le pergole bioclimatiche, così come per le VePA andranno in edilizia libera,

Dovranno essere addossate o annesse agli immobili o alle unità immobiliari, “anche con strutture fisse necessarie al sostegno e all’estensione dell’opera”. Tale installazione in ogni caso non potrà “determinare la creazione di uno spazio stabilmente chiuso, con conseguente variazione di volumi e di superfici”.

Le tolleranze costruttive al 6% per gli immobili sotto i 60 metri quadrati

La regola sulle tolleranze costruttive arriva fino 6% delle misure previste nel titolo abilitativo per le unità immobiliari con superficie inferiore ai 60 metri quadrati.

La rimozione degli abusi edilizi

“Nei casi di serie e comprovate esigenze di salute dei soggetti residenti nell’immobile all’epoca di adozione dell’ordinanza o di assoluto bisogno o di gravi situazioni di disagio socio-economico, che rendano inesigibile il rispetto di tale termine”, il termine per la demolizione degli abusi edilizi potrà passare da 90 a 240 giorni».

Quali sono i pro e i contro di questa legge?

«I pro sono senz’altro maggiori dei contro, infatti le valutazioni positive sono date dalla possibilità che viene concessa soprattutto ai comuni cittadini italiani che va ricordato, sono per circa l’80% proprietari di casa, di mettersi in regola con piccole difformità e rendere possibili le transazioni immobiliari comprese le donazioni agli eredi, secondo legge; i contro ci auguriamo siano pochi, potrebbero manifestarsi nelle interpretazioni della norma, ma sono certo che con la preparazione e l’abnegazione delle professioni tecniche, ce ne saranno pochi».

Si parla di mini-abitazioni, cosa si può fare in questo senso?

«Nella norma di prossima approvazione troviamo qualche modifica ai parametri tant’è che diventano abitabili i monolocali di 20 metri quadrati.

Infatti saranno considerate abitabili gli immobili con un’altezza di 2.40 metri e una superficie totale di 28 metri quadrati per due persone, mentre una persona sono sufficienti anche 20 metri , il classico monolocale».

Emendamento sblocca-incompiute, in cosa consiste?

«Da una prima lettura sembra perseguire un nobile scopo, in quanto i comuni potranno destinare le somme rinvenienti da regolarizzazioni per abusi o difformità urbanistiche e dall’alienazione di immobili interessati da abusi, per completare e demolire le opere pubbliche incompiute. Di qui il nome di “Sblocca incompiute” se sarà finanziato reperendo i fondi attesi, potrà contribuire affinché molte opere non siano più cattedrali nel deserto, altro punto molto interessante è che i fondi potranno essere destinati anche alle opere di rigenerazione urbana su aree degradate e dismesse, oltre ad iniziative di recupero ambientale».

Cambiando argomento: l’aeroporto Salerno Costa d’Amalfi è realtà. Da imprenditore, secondo lei, si può parlare di una grande occasione per il territorio?

«Da imprenditore non si può che plaudire all’avvio delle attività per l’aeroporto Salerno Costa D’Amalfi, è indiscutibile che nella zona limitrofa avremo un grande sviluppo di nuove attività oltre ad agevolare e rendere competitive quelle già esistenti, quindi sicuramente è una grandissima opportunità per il territorio, per tutti gli ambiti dell’economia nessuno escluso. Per consentire che la grande occasione si concretizzi, sia duratura e ulteriormente sviluppi, sono di vitale importanza le opere programmate dalla Regione Campania, come il prolungamento della metropolitana e la sistemazione della rete stradale circostante, solo in questo modo riusciremo a rendere utili i grandi sforzi compiuti fino ad ora».

La nuova infrastruttura quale apporto può offrire alla Campania?

«E’ fuori dubbio che l’aeroporto Salerno Costa D’Amalfi, non si limita ad offrire ricadute positive solo per il territorio circostante e o solamente per il turismo della Costa Cilentana o D’Amalfi, ma offre la possibilità di avere due scali aeroportuali in Campania portando la nostra Regione alla pari con le altre in Italia con la doppia possibilità di volare, favorendo l’alleggerimento su Napoli affinché dia maggiori confort ai viaggiatori e più efficienti performance commerciali, facendo così crescere notevolmente l’appetibilità per i nostri territori anche fuori Nazione, insomma si innescherà indubbiamente un circuito virtuoso e sono certo che i nostri imprenditori non si faranno sfuggire l’occasione».

 

 

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