Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, si conferma il governatore più apprezzato d’Italia. Questo è quanto risulta da un sondaggio condotto da Lab 21.01 per Affaritaliani.it. Zaia è in testa alla classifica dei governatori con un indice di gradimento del 67,1%. Seguono altri due esponenti della Lega: Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli-Venezia Giulia, con il 63%, e Attilio Fontana, presidente della Lombardia, con il 60,7%. Completano la “top five” Vincenzo De Luca, governatore della Campania, e Michele De Pascale, governatore dell’Emilia-Romagna, entrambi con un gradimento del 60,6%. Emergono, da questa classifica, diversi dati di cui tenere conto. Anzitutto, una classifica a dir poco “anonima” per il partito a capo della coalizione di centrodestra, Fratelli d’Italia. Nonostante la premier Giorgia Meloni, l’unico governatore attualmente identificabile in modo chiaro come appartenente a FdI è Francesco Acquaroli, a capo della Regione Marche, che si attesta al quindicesimo posto. Per il resto della classifica, la lotta è tra Partito Democratico, Lega e Forza Italia: a quest’ultimo va il posto più basso in graduatoria, con Marco Marsilio che aveva festeggiato, poco meno di un anno fa, una “storica” rielezione a capo dell’Abruzzo. Tocca poi al Partito Democratico risalire la classifica, con penultimo e terzultimo posto a carico di Michele Emiliano, che a livello nazionale risulta essere sempre più emarginato mentre in Puglia continua a percorrere le montagne russe del consenso, ed Eugenio Giani, che in Toscana sta provando a salvare il salvabile, non senza difficoltà. Dati che non risultano a noi indifferenti, poiché risultano essenziali per poter tracciare un’idea di prospettiva politica che riguarda non soltanto le strategie dei singoli partiti ma anche il tentativo di offrire una nuova geografia alla mappa del Bel Paese. Anzitutto, il dato essenziale è che due dei primi cinque governatori più amati sono attualmente in balia di quanto deciderà la Corte costituzionale, circa la possibilità di proporsi come candidati per un terzo mandato. Per De Luca la battaglia è ardua, e lo dimostra il fatto che la sua lungimiranza lo ha portato a pubblicare il libro “Nonostante il Pd” già ad ottobre del 2023. Così facendo, ha preannunciato a sé stesso e ai suoi alleati che la battaglia sarebbe stata più personale di quanto non potesse dimostrare, per ovvie ragioni legate alla tenuta della maggioranza del Governo, il governatore più amato d’Italia, Luca Zaia. Per lui la lotta non è rivolta verso le telecamere, come invece può permettersi di fare Vincenzo De Luca, ma è altrettanto aspra: il popolo, soprattutto nella seconda tornata elettorale che gli è valsa un chiaro plebiscito, ha chiarito che il nome di Zaia fosse ben più gradito di qualsiasi colore politico di appartenenza. E lo stesso Zaia se ne ricorda molto bene, tanto da intervenire puntualmente citando quanto meno spesso possibile il suo partito di appartenenza, pur senza mai mostrare segni di cedimento o volontà di “correre in autonomia”, come ha già fatto De Luca. Per Zaia, però, il discorso è diverso perché un’eventuale dichiarazione in stile deluchiano comprometterebbe, e non di poco, l’equilibrio della coalizione di centrodestra. Se però è vero che la coalizione ha bisogno di restare unita, è altrettanto vero che un solo governatore in quota Fratelli d’Italia sia fin troppo poco per un partito che vanta la guida del Paese e una percentuale di consensi in lento ma costante aumento: potrebbe, a questo punto, essere proprio il partito di Giorgia Meloni a prendere l’iniziativa sulla regione Campania, sfidando De Luca con uno dei suoi uomini migliori, Edmondo Cirielli. Ma fatti i conti, l’oste sarà d’accordo?





