di Lino Paolella
La storia del pop italiano ha conosciuto pochissimi rivoluzionari cioè artisti che attraverso il loro modo nuovo e soprattutto originale, di scrivere e interpretare la canzone, hanno marcato una linea di confine che cambiava in maniera radicale il come si cantava prima di quel determinato artista e dopo di lui. Fino agli cinquanta, a parte qualche contaminazione d’importazione d’oltre oceano con molti brani swing ripensati all’italiana, con un capostipite di tutto rispetto come Fred Buscaglione. Lo swing all’italiana aveva già visto emergere personalità come Natalino Otto, Pippo Barzizza, Ernesto Bonino e, ancor prima, Alberto Rabagliati. Il successo di questo genere musicale sarebbe poi stato garantito, in modo particolare, da artisti come Peter Van Wood e Renato Carosone, al quale bisognerebbe dedicare un’intera enciclopedia, non fosse altro per la sua preziosa eredità musicale. La proposta canora di quel tempo, in genere era alquanto statica, la musica orchestrata su brani slow, un ritmo lento che dava la possibilità all’interprete di mettere in luce le potenzialità canore, i testi erano edulcorati, presentati in maniera mitigata, sobri, ed il tema delle canzoni per lo più raccontava l’amore, Grazie dei fiori il brano portato al successo da Nilla Pizzi, ne è un esempio significativo. Il primo grande rivoluzionario, considerato uno dei padri della musica leggera italiana e, uno tra i più prolifici artisti in generale, è Domenico Modugno. Dal blu dipinto di blu, la musica cambia “musica”. Il secondo grande rivoluzionario del pop italiano è Lucio Battisti. Tra i più influenti e innovativi cantautori e musicisti italiani, è considerato una delle massime personalità nella storia della musica italiana sia come compositore e interprete dei suoi brani. Abile chitarrista, divenne noto anche per il perfezionismo, l’attenzione ai dettagli e la cura quasi maniacale che dedicava agli arrangiamenti e agli accordi. La sua produzione ha impresso una svolta decisiva al pop/rock italiano: da un punto di vista strettamente musicale, Lucio Battisti ha rivoluzionato e personalizzato in ogni senso la forma della canzone tradizionale e melodica, spesso combinandola con sonorità e ritmi tipici di svariati generi, riuscendo costantemente a rinnovarsi e ad addentrarsi con versatilità ed eclettismo nel rhythm and blues, prog rock, elettropop, latina, arrivando a toccare anche la new wave, la disco music, il folk, il soul, il beat e altro ancora. Hanno beneficiato di questo immenso patrimonio tante generazioni di musicisti che si sono ispirate al suo particolarissimo modo di concepire la musica. Possiamo considerare, eredi legittimi, dello ”stile Battisti” per la qualità della produzione musicale, per l’incredibile assonanza nel timbro vocale, per la stessa cura maniacale del ritmo combinato a testi raffinati ed eleganti, gli Audio 2. Notati dalla stessa Mina che ha spesso duettato con loro, incoraggiando, con la sua presenza, il pubblico all’ascolto dei loro brani, hanno poi proseguito il loro percorso musicale con progetti di rara bellezza, incisioni, che a pieno titolo possono inserirsi in almeno un paio di capitoli dell’enciclopedia della musica pop italiana. Venerdì 18 Marzo, gli Audio 2 in concerto sul prestigioso palcoscenico della Tana del Blasco, insomma se volete assistere da protagonisti, a un pezzo di storia della musica, vi aspettiamo.