Dal giornalismo alla politica. Alessandro Giuli, 48 anni, romano, è il nuovo ministro della Cultura, dopo le dimissioni di Gennaro Sangiuliano, in seguito all’affaire Boccia. Lascia la presidenza della Fondazione MAXXI, il museo nazionale d’arte contemporanea di Roma. Maturità classica e una laurea mancata in filosofia dopo aver sostenuto l’intero ciclo di esami (ma senza aver mai discusso la tesi), collaborazioni con la Cattedra di Scienze Politiche della Sapienza di Roma e con la Rivista Internazionale di Filosofia del Diritto, Giuli dopo aver lavorato per alcune testate locali, ha avuto un esordio brillante sul Foglio di Giuliano Ferrara del quale è stato anche vicedirettore dal 2008 al 2015 e poi condirettore fino al 2017, quando ha assunto il ruolo di direttore del settimanale Tempi. Ha collaborato poi con altre testate giornalistiche tra cui Linkiesta, Il Tempo, Libero, il Corriere dell’Umbria e la fondazione Med-Or. Volto noto della tv per le sue partecipazioni ai talk di politica e attualità, ha anche condotto su Rai2 il programma Seconda Linea, con Francesca Fagnani, chiuso però dopo due puntate per gli ascolti non in linea con le aspettative. Nel novembre 2022 è stato nominato, proprio da Sangiuliano, presidente della Fondazione MAXXI, con decorrenza dal 12 dicembre 2022, pur non avendo avuto in precedenza esperienze di gestione di beni culturali. È autore di diversi libri, tra questi: “Il passo delle oche. L’identità irrisolta dei postfascisti” (Einaudi), “Sovranismo per esordienti. Individui e potere tra identità e integrazione”, “E venne la Magna Madre: i riti, il culto e l’azione di Cibele Romana”, dedicato alle tradizioni arcaiche dell’antica Roma, “Gramsci è vivo. Sillabario per un’egemonia contemporanea” (Rizzoli). È membro del Comitato Scientifico della Fondazione Leonardo, del Comitato Scientifico Taobuk – Taormina Book Festival, del Comitato Scientifico del Distretto del Contemporaneo e da dicembre 2023 è membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione BVLGARI ETS. Da presidente del MAXXI, ha fatto discutere la sua decisione di inaugurare il programma estivo 2023 con un dialogo tra Vittorio Sgarbi e Morgan, degenerato tra frasi sessiste e volgarità, che costrinse lo stesso Giuli a chiedere scusa. Per sua stessa ammissione, militante da ragazzo del Fronte della gioventù (si iscrisse a quattordici anni) e con un’esperienza nella destra extraparlamentare, crescendo ha virato su posizioni meno radicali, rappresentando la parte progressista della destra italiana. Per la premier Giorgia Meloni, Giuli “proseguirà l’azione di rilancio della cultura nazionale, consolidando quella discontinuità rispetto al passato che gli italiani ci hanno chiesto e che abbiamo avviato dal nostro insediamento ad oggi”. Si apre il capitolo della successione al MAXXI, ma il passaggio di consegne non si annuncia breve. Sarà proprio Giuli, nella qualità di neo ministro, a indicare il futuro presidente della Fondazione.
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