di Andrea Bignardi
La ludopiatia rappresenta indubbiamente una piaga sociale. Ieri mattina la Consulta Provinciale degli Studenti ha organizzato un dibattito, presso l’Aula Fadda dello storico Convitto Nazionale di Salerno, dal titolo “La ludopatia e i giovani”, cui hanno partecipato tutti i rappresentanti dell’organismo eletti dai vari istituti. All’evento è stato ospite il procuratore emerito della repubblica di Salerno Corrado Lembo, che ha portato il suo contributo in termini di competenze giuridiche alla manifestazione. Il magistrato, ormai in quiescienza da circa un mese dal suo incarico, ha tenuto una lectio magistralis sul fenomeno della ludopatia ed in particolare sulle sue ripercussioni negative sul mondo giovanile. Lembo ha evidenziato la notevole rilevanza del giro d’affari connesso al gioco d’azzardo, esponendo alcuni dati ricavati dall’analisi compiuta personalmente, sia da studi statistici inerenti il fenomeno che dedotti da sentenze espressione della giurisprudenza nazionale in materia, senza tralasciare alcune considerazioni sociologiche e politiche circa l’approccio delle istituzioni riguardo una piaga sociale che tuttavia rappresenta un mezzo di sostentamento non indifferente per le magre casse dello Stato, messe a dura prova da un debito pubblico elevatissimo. «Esistono oltre 11000 imprese impegnate nel settore del gioco d’azzardo – ha affermato il procuratore emerito – Esse danno vita ad un volume d’affari secondo esclusivamente a quello dell’Eni e della Fiat che contribuisce tuttavia alle entrate dello Stato con ben 10 miliardi di euro di gettito fiscale». Dopo la constatazione della rilevanza del fenomeno, è arrivata da parte di Lembo una serie di considerazioni sul possibile fronteggiamento della ludopatia, che, come sottolineato dal magistrato, trova anche una vera e propria deriva patologica spesso non contemplata dalla giurisprudenza. «Uno Stato biscazziere utilizza il gioco d’azzardo per propri interessi», ha infatti tuonato Lembo. L’invettiva dell’ex procuratore capo contro l’oscillamento del comportamento dello Stato tra il permissivismo del secondo dopoguerra ed il giustificazionismo verso tale pratica, è proseguita anche con non pochi riferimenti all’approccio a sua detta “mercantile” verso questo tipo di fenomeno, tenuto anche dalla stessa Comunità Europea. In conclusione, è arrivata anche un’ ulteriore considerazione, comprovata dalle recenti inchieste condotte dalle procure di Catania, Bari e Reggio che hanno verificato il legame esistente tra una buona parte delle imprese operanti nel settore del gioco d’azzardo e la criminalità organizzata. «C’è stata una proliferazione improvvisa di queste attività negli ultimi anni perché le mafie si servono di questo settore per riciclare denaro prodotto da attività illecite», ha aggiunto l’ex procuratore capo, che lancia un appello ai giovani studenti presenti: «Sta a voi raddrizzare la barra del problema».