di Monica De Santis
Si chiama Gioacchino Guerritore, ha 84 anni, è un pediatra di Nocera Inferiore, ed è anche uno dei medici che venerdì riceverà la pergamena e del logo dell’istituzione ordinistica lavorato artigianalmente per aver conseguito la laurea 60 anni fa…. “E pensare che non volevo neanche fare il medico. Mi piaceva la carriera militare, sarei potuto diventare ufficiale, ma poi, decisi di intraprendere la stessa carriera di mio nonno, di cui porto il nome e quindi mi sono iscritto alla facoltà di medicina all’Università di Napoli, dopo la laurea nel 1961 mi sono specializzato in pediatria e dopo aver lavorato per un periodo come pediatra di base, sono passato a lavorare negli ospedali”. Racconta così, come ha inizio la sua carriera di medico pediatrico, il dottor Gioacchino Guerritore diventato negli anni prima primario e poi direttore di dipartimento e responsabile di quattro pediatrie e quattro maternità. Una carriera la sua che l’ha portato prima a Firenze per cinque anni, poi al Cardarelli dove per otto anni è stato il responsabile del pronto soccorso pediatrico, poi a Sarno per alcuni anni per poi passare all’Umberto I di Nocera Inferiore dove è riuscito, con non pochi sacrifici ad aprire il reparto di pediatria e terapia intensiva… “Quando sono arrivato io, questi reparti non c’erano. Ho fatto di tutto per realizzarli e credo che un po’ di merito sia anche di Papa Giovanni Paolo II. Il pontefice passò davanti al nostro ospedale, che era ancora chiuso da anni, io ero fuori insieme con altri quattro colleghi che come me lottavano per l’apertura del nosocomio e dei reparti di pediatria e maternità. Ricordo che ci benedì e benedì anche l’ospedale. Dopo quattro mesi da quell’episodio, riuscimmo ad aprire i due reparti”. Ma Guerritore non è stato solo un combattente all’interno del nosocomio nocerino… “Una delle cose che più mi ha dato soddisfazione in questi anni di carriera è l’essere riuscito ad aiutare tante famiglie bisognose. Ho fatto tante visite gratuite ai bambini ed ho regalato tanto latte a mamme che non potevano comprarlo. Non potevo sopportare di vedere bambini non nutriti bene perchè le famiglie non avevano i mezzi. Quindi ho sempre cercato di venire in aiuto di chi aveva bisogno. Vedere i miei piccoli pazienti belli ed in salute è sempre stato il regalo più bello che potessi ricevere” Sono passati 60 anni dal giorno in cui si è laureato. Nota dei miglioramenti o dei peggioramenti rispetto alla professione medica? “Posso dire, con grande rammarico, che il peggioramento è totale. Ultimamente mando i bambini che necessitano di ricovero a Cava de’ Tirreni dove c’è un mio ex aiuto, che è ancora una di quei medici che sa fare il pediatra e di lui mi fido davvero molto”. Lei continua a fare visite? “Si, non lavoro più in ospedale, ma seguo ancora dei piccoli pazienti”. In tanti anni di carriera ha avuto qualche brutta esperienza che vorrebbe dimenticare? “Un collega che compilava dei certificati falsi per far avere il latte gratuitamente ad alcuni suoi amici. Quando mi accorsi di questo, gli chiesi di smettere altrimenti l’avrei licenziato. E lui per tutta risposta mi denuncio affermando che prendevo soldi dalle case farmaceutiche. Fortunatamente i carabinieri appurarono subito che non avevo mai intascato nulla da nessuno e che non ho mai partecipato a nessuna gara d’acquisto proprio per non cadere in queste trappole. Ecco questo è stato sicuramente l’episodio più brutto della mia carriera”.