Gintoil: nove ragazzi trasformano l’olio in un progetto - Le Cronache Attualità
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Gintoil: nove ragazzi trasformano l’olio in un progetto

Gintoil: nove ragazzi trasformano l’olio in un progetto

di Raffaella D’Andrea Ad Albanella, la “città dell’olio”, c’è un gruppo di ragazzi che ha deciso di non andare via. Hanno scelto di restare, di investire energie e competenze nel luogo in cui sono cresciuti e di raccontarlo in un modo nuovo, fresco, contemporaneo. Così è nato il Gintoil, un gin lavorato con olio extravergine d’oliva locale attraverso la tecnica del fat wash, che estrae gli aromi dell’olio senza trasferirne la componente unta. Un’idea audace che oggi profuma di futuro. A guidare la sperimentazione è Cosimo De Rosa, bar manager con dieci anni di esperienza nel mondo dell’hotellerie di lusso, dai cinque stelle ai cocktail bar internazionali. Eppure, il progetto è nato quasi per gioco, tra amici storici. «Siamo nove ragazzi, tutti profondamente legati ad Albanella — racconta Cosimo —. Un giorno ci siamo chiesti perché non creare un cocktail che valorizzi l’olio, il prodotto che più rappresenta la nostra terra? È iniziato così, per curiosità e per amore del territorio». Il gruppo è vario e pieno di competenze diverse: Luca Bamonte, Pietro Il Giardullo, Gennaro Guarracino, Giovanni Lamberti, Ivan Guarracino, Manuel Serafino e Matteo Linciano. Età media: 25 anni. Professioni differenti — dall’ingegnere al perito meccanico, dall’informatico all’agente di commercio — ma un unico filo comune: la volontà di «non lasciare che Albanella resti ferma». L’idea si è trasformata rapidamente in un prodotto concreto. «Abbiamo sviluppato un London Dry Gin lavorato a bassa temperatura insieme all’olio extravergine d’oliva. L’olio, solidificando, lascia soltanto i suoi sentori più autentici: note erbacee, fruttate, mediterranee. Il gin resta fresco, aromatico, rotondo, mai unto», spiega Cosimo. Il debutto è arrivato alla Festa dell’Olio d’Oliva (Albanella svoltasi 5-7 Dicembre), giunta quest’anno alla sua trentesima edizione. L’accoglienza? Oltre ogni aspettativa. «La curiosità è stata enorme. E la cosa più bella è che proprio le persone più adulte, quelle che pensavamo più scettiche, sono state tra le prime a farci i complimenti. Anche l’amministrazione comunale e gli organizzatori ci hanno sostenuto tantissimo». Oltre al Gin Tonic all’olio d’oliva, i ragazzi hanno presentato altre due varianti: il “Negroil”, un Negroni rivisitato con gin all’olio d’oliva, un cocktail a base di liquore al melograno biologico, soda agli agrumi e foglie di ulivo, nato dalla collaborazione con un’azienda agricola di Altavilla Silentina, del giovane avvocato imprenditore Angelo Gallo, che da pochissimo tempo ha messo in vendita in produzione un liquore al melograno cento per cento bio. Tre drink, un’unica filosofia per valorizzare il territorio con creatività, sostenibilità e identità. «Il nostro obiettivo non è solo creare un buon cocktail», continua Cosimo. «Vogliamo che chi beve senta un legame con Albanella. L’olio è il cuore della nostra cultura, perché non raccontare la nostra terra anche attraverso un bicchiere?». Il nome scelto — Vnit ‘a bev, “venite a bere” — non è solo un invito. È una promessa: aprire una porta, creare comunità, trasformare un prodotto agricolo in un messaggio culturale. Ad oggi manca solo l’ultimo passaggio adempiere agli adempimenti burocratici per la commercializzazione. Ma l’entusiasmo è già contagioso, e il vicolo storico dove i ragazzi hanno lavorato al progetto è stato ribattezzato, non a caso, “vicolo del Gintoil”. In un’epoca in cui i piccoli borghi lottano contro lo spopolamento, questa storia dimostra che la risposta può arrivare proprio dai giovani, da idee nuovo, da collaborazioni dal basso, dalla capacità di reinventare le tradizioni senza tradirle.