Alberico Gambino entra in Consiglio regionale e annuncia la sua adesione a Fratelli d’Italia ”convinta e inequivocabile”. Conferma cosi’ l’uscita da Forza Italia, prima Pdl, nel quale fu eletto nel 2010, puntando il dito contro il suo vecchio partito perche’ dice: ”Non ho mai avuto vicinanza”. ”Sono stati garantisti con tutti tranne che con me – afferma dopo che l’aula ha convalidato il suo ingresso in Consiglio – Provo ‘pietas umana’ verso quelle persone e non altri sentimenti”. Gambino ripercorre in aula le vicende che hanno bloccato il suo ingresso tra i banchi del parlamentino campano. A partire dal 2010, quando, dopo l’elezione tra le fila dell’allora Pdl, ”pendeva su di me l’accusa di peculato”. Al termine del primo periodo di sospensione da consigliere, pero’, ”vari ricorsi infondati” hanno impedito che Gambino sedesse al ‘suo’ posto. Ed e’ questo il primo momento contro cui punta il dito, accusando il suo ormai ex partito di ”disinteresse”. Nel luglio 2011, ancora, ”fui arrestato con accuse infamanti”, per l’ipotesi di legami con la camorra. ”Ventuno mesi di arresti tra domiciliari e carcere – afferma – un periodo che ho affrontato in tribunale sempre consapevole che alla fine verita’ e giustizia sarebbero venuti a galla”. Il nuovo acquisto di Fdi tiene a sottolineare di ”non aver mai pensato di smettere di credere nella magistratura e nella giustizia”. Il secondo atto d’accusa arriva qui: ”Ne’ in quei mesi ne’ successivamente il partito si e’ interessato per capire cosa stesse succedendo”. ”Ho subito un processo mediatico prima che nei tribunali – aggiunge – Fino al 2013 quando e’ arrivata la sentenza di primo grado che ha fatto chiarezza su quelle accuse infamanti”. Nemmeno nel 2013, pero’, le porte del parlamentino si sono aperte per ”una legge che conteneva un principio aberrante e anticostituizionale”. ”Vivevo un incubo”, asserisce. ”Il partito si e’ mai reso conto, si e’ mai chiesto cosa provassi?”, insiste. Gambino, in aula, ha ricordato anche un comunicato del ”coordinamento provinciale di Salerno di Forza Italia, contro la mia adesione”. Quello che ”mi ha sconvolto non era la firma di alcuni esponenti sotto ne’ la durezza di quello che c’era scritto, quanto il fatto che io non ho mai dichiarato la mia adesione a Forza Italia”. ”In Forza Italia prima e nel Pdl poi – conclude – ho sempre lavorato per unire, mai per dividere. Al coordinatore regionale De Siano faccio l’in bocca al lupo anche per fare chiarezza nelle varie sedi periferiche”.
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