Gaetano Donizetti e il belcanto italiano - Le Cronache
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Gaetano Donizetti e il belcanto italiano

Gaetano Donizetti e il belcanto italiano

di Olga Chieffi

Dopo il buon successo di pubblico ottenuto dal magistero di canto, del Conservatorio “G.Martucci” che ha presentato i suoi studenti nell’interessante omaggio a Wolfgang Amadeus Mozart, la giornata di oggi, dalle 10 alle 23, nell’ormai abituale cornice della Sala San Tommaso nel complesso del quadriportico del Duomo di Salerno, vedrà protagonista la musica e il teatro di Gaetano Donizetti. Dopo la scomparsa dei grandi strumentalisti del Settecento, era ormai a pieno titolo l’opera a dominare la scena della musica italiana e Gaetano Donizetti vi apportò il proprio autorevole contributo, con un patrimonio di più di settanta titoli teatrali, stimolato vuoi dalla feconda vena musicale, vuoi dall’urgenza della professione. Il Bergamasco aveva iniziato il suo percorso al pari di Bellini, nell’orbita rossiniana, con alcuni dei titoli che pur ascolteremo nel corso della maratona, quali la Zingara o la Lettera, che non per caso risultarono eco sbiadita al rossinismo, ma presto la sua musa si sarebbe orientata verso orizzonti di espansione melodica più popolare ed estroversa e in particolare verso quella formula melodrammatica che potrebbe definirsi mutuata dal genere alla moda del romanzo storico. Oltre trenta gli allievi anche stavolta, che ripercorreranno la produzione del compositore. Francesca Siani, Zhang Jiran, Carla Genovese, Francesco Malafronte, Zao Fan, Junlin Liu, Camilla Sessa, Federica Apice, Zhang Zhan e Gerardo Orsini, Concetta Ruggiero, Caterina Melone, Antonio Palumbo, Luca Venditto, Giorgia di Nuzzo, Maria Domenica Verde, Dario Pometti, Azzurra Terrana, Antonio De Rosa, MariaRosaria Vitale, Deng Zwei, Luigia Maffia, Alessia Pappalardo, Samed Meylut Mustafa, Shitao Ge, Rita Franco, Diletta Maria Novella Di Rauso, Xing Zhechao, Li Ming Xin, Zhang Jinghui, Caterina melone, Sara Della Monica, Ludovica Pacitto, Olga Fiorenza, Xu Changhao, Laura Fortino, Federica Ferraioli, Chen Yimming, Alessandro Di Domenico, Michele Casabona, meng, Sun Haoyuan, Anella Saccardo, Sabrina Salvatore, Giorgia Vitiello, Antonio De Rosa, Yo Yue, Lorenzo Di Lucia, Luca Venditto, You Menguin, Maria Domenica Pasqualina Verde, Maria Nunziata, Sabrina Salerno, Yaosien Huang, Gaetano De Rosa, in duo con i pianisti Tetyana Sapeshko, Marina Rosato, Vincenzo loisi, Sergio Pagliarulo ed Emanuel Lamura, intoneranno, romanze, duetti, arie, canzoni, della stagione dei capolavori, quale l’Anna Bolena, l’Elisir d’amore, Lucia di Lammermoor, nata proprio per il teatro San Carlo, e che oscureranno con la loro lunga ombra una miriade di titoli, quando anonimi, quando provvisti di una qualche scintilla del maggior fulgore. Si aggiunsero, grazie al soggiorno napoletano, anche influenze della musica popolare, che lo portarono al rinnovamento dei tradizionali schemi e moduli stilistici, soprattutto attraverso l’approfondimento psicologico e umano dei personaggi, sottratti alla schematicità dei propri ruoli e delineati con affetto e partecipazione dal compositore: ciò si nota in L’elisir d’amore, che spezza le barriere tra comico e serio, tramite la creazione di figure (Nemorino, Adina) i cui comportamenti e sentimenti sono volti ora a divertire ora a commuovere a seconda delle esigenze drammaturgiche. Donizetti seppe trovare espressioni di definitivo equilibrio e perfezione, sollevandosi da quanto di provvisorio e incerto era nella ridondante e frettolosa produzione precedente, dovuta alle condizioni della vita teatrale del tempo, alle quali, diversamente da Rossini, Bellini o Verdi, non si ribellò mai. Tali opere, nella mirabile costruzione melodica, nell’efficace taglio drammatico, nell’approfondimento psicologico e patetico dei personaggi attuato con una nuova sensibilità romantica, nella compiuta unità stilistica dell’insieme, fanno di Donizetti uno dei maggiori operisti italiani del primo Ottocento e il maggiore precursore di Verdi. Per giungere, allora ad un’ulteriore evoluzione, bisognerà attendere gli anni del confronto di Donizetti, con le sedi teatrali extranazionali, e in ispecie quella di Parigi. In terra francese nacquero un discreto numero di titoli tra cui La fille du régiment, La Favorite e Rita, mentre nell’ambiente viennese, Linda di Chamounix, mentre ancora un ritorno a Parigi, ispirerà la sua opera più grande e moderna, il Don Pasquale. Con questo capolavoro avrà fine la carriera di questo autore, cinghia di collegamento tra la vecchia Italia melodrammatica del Settecento napoletano e di Rossini e la nuova del sospiro patetico e dell’avventura romanzesca verdiana.