Ha operato bene in questo triennio il timoniere e il corpo docente lo ha riconfermato con 111 voti. Andranno a comporre il consiglio accademico Irma Tortora, Nunzia De Falco, Marina Mezzina, Sandro Deidda, Veronica Pompeo, Gaetano Falzarano, Tiziana Silvestri, Gerardo Zitarosa, Maurizio Giannella e Liberato Santarpino
Di Olga Chieffi
E’ stato un vero giuoco d’artificio questo ultimo mandato di Fulvio Maffia che ha traghettato con grande serietà e consapevolezza il Conservatorio Statale di Musica “G.Martucci” fuori dal periodo oscuro che tutti quanti abbiamo trascorso, forse proprio avvicinandosi alla musica. Non c’è nulla di più arduo che far lezione, e ancor più suonare uno strumento “a distanza”. Orchestre con organico ridotto e strumentisti chiusi in gabbie di plexigas, inchini a teatri deserti, il desiderio di ritornare ad esibirsi dinanzi al pubblico, il daimon mai sotterrato da insegnanti e allievi. Un “corona teaching” da gestire, sfida disumana, specialmente per gli artisti, vinta. Un conservatorio che in questi ultimi due anni è decollato letteralmente in tutti i settori, a cominciare lo scorso anno da due concerti con programmi prestigiosi nel chiostro del duomo e il finale al teatro Verdi con una degna esecuzione de’ “Il Barbiere di Siviglia”. Quindi, il conservatorio ha preso veramente l’aereo, ma lo vogliamo dire, citando una pagina di Duke Ellington “Launching Pad”, con l’orchestra a conquistare sovrintendenti e teatri dell’est europeo e un progetto Erasmus sempre più diramato, con trame e collaborazioni forti con conservatori e accademie di tutt’ Europa. Alla testa di tutto questo un generoso Fulvio Maffia, il quale alla vigilia della due giorni di Open Day del suo conservatorio ha ricevuto nuovamente mandato di direttore con i suoi docenti che andranno ad assidersi in consiglio accademico, Irma tortora, Nunzia De Falco, Marina Mezzina, Sandro Deidda, Veronica Pompeo, Gaetano Falzarano, Tiziana Silvestri, Gerardo Zitarosa Gerardo, Maurizio Giannella e Liberato Santarpino. Non abbiamo ancora dichiarazioni del nuovo direttore, il quale è della scuola del “fare” e non del parlare, e che oggi si ritrova alla testa di un conservatorio con una popolazione che supera le mille unità, con scuole di grandissima tradizione e che hanno scritto la storia della didattica in Italia, come quella di sassofono, quella di flauto in cui si sono alternati docenti e allievi, per oltre un secolo, dandole dei binari riconoscibili alla prima frase, un po’ di tutti i legni, ottoni, percussioni e gli archi che sono in buona crescita, senza dimenticare la scuola di jazz, che avrà la sua vetrina dal 19 al 21 maggio accanto a nomi quali Fresu e il suo Devil Quartet, Ron e andando a comporre i Lazzari di Marco Zurzolo. La prima “uscita” prestigiosa sarà ancora una volta nell’atrio del duomo il 10 giugno, con l’orchestra del conservatorio guidata dal violinista Stefano Pagliani per la prima sinfonia di Johannes Brahms in do op.68 e il concerto per violino di Max Bruch eseguito da Gennaro Cardaropoli, figlio e fratello d’arte di papà Franco e Raffaella Cardaropoli, oggi docente presso il nostro conservatorio che lo ha iniziato a quest’arte. Poi la festa della musica, il 21 giugno che invaderà l’intera città, mentre al San Carlo di Napoli si esibirà un altro eccelso vanto del Martucci, il premio Paganini Giuseppe Gibboni. Sarà di nuovo festa al teatro Verdi l’8 e il 10 dicembre con due titoli importanti prodotti interamente dal nostro conservatorio, stavolta col docente di formazione orchestrale Jacopo Sipari di Pescasseroli, Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni e Suor Angelica di Giacomo Puccini, quest’ultima l’unica perla rara del cartellone lirico del nostro massimo. Intanto, oltre a suonare e far vedere le lezioni, coinvolgere i ragazzi che saranno ospiti del nostro conservatorio nella due giorni di open day, bisognerà che gli si chiederà, qualsiasi ramo essi scelgano, dalla ricerca musicologica, al jazz, al solismo, della cosiddetta “Musica seria” per dirla con Adorno, ci sarà dentro di loro un daimon che li tormenterà e li brucerà tutta la vita h24. Quel Daimon raccontato nel mito di Er da Platone nella Repubblica, trasformato in uno degli archetipi fondamentali della cultura occidentale. Nella narrazione del filosofo greco, infatti, ogni anima prima di nascere sceglie il proprio destino e per onorare questa scelta le viene donato un genio tutelare, il daimon dal greco δαίμων che significa distributore di destini: nel suo significato originario il daimon, che nella nostra cultura viene tradotto come demone, non è un essere negativo, ma presenta una duplice natura, benefica e malefica. Ogni anima ha un suo particolare nume tutelare che non è uguale a quello di nessun altro e che l’accompagnerà nell’arco di tutta l’esistenza per ricordarle il suo destino e per far sì che questo venga realizzato, lo stesso daimon che ha attanagliato e attanaglia Fulvio Maffia e la sua nuova crew.