di Luca Gaeta
Cenerentola attende il suo Principe che qui a Salerno ha il volto e la voce del tenore argentino Francisco Brito. Lo abbiamo raggiunto alla vigilia della prima dell’opera rossiniana in scena al Teatro Verdi anche domani, in pomeridiana, alle ore 18. Come si è appassionato alla musica? Non provengo da una famiglia di musicisti. La mia mamma, che ha una bellissima voce e un ottimo orecchio musicale, fa la pittrice. Il mio papà è un geologo. Quindi a casa mia tutti fanno altro, ciò nonostante il legame che ho con la musica è nato sin da quando ero bambino. Infatti ricordo che nei primi saggi scolastici le maestre mi chiedevano di cantare ed io lo facevo sempre con grande piacere. Poi ho suonato la chitarra ma mio padre mi propose di intraprendere lo studio del canto. Ho studiato privatamente in Argentina con Guillermo Romero Ismael, il mio primo maestro che è colui il quale ha saputo veramente farmi innamorare dell’opera lirica. Successivamente mi sono trasferito in Italia, all’età di diciotto anni, per studiare all’Accademia d’arte lirica con William Matteuzzi. Quando ha deciso di intraprendere la carriera di cantante d’opera? Ho già accennato al mio maestro Guillermo Romero Ismael, che ha saputo guidarmi e far crescere in me la voglia e la passione per questa professione. Poi, la mia famiglia, che con il suo appoggio è stata sempre presente per aiutarmi a fare questo tipo di scelta, certamente non facile. Torna spesso in Argentina? Gode di larga fama nel suo paese l’opera lirica? Ultimamente non molto spesso, all’incirca una volta all’anno. L’opera lirica non è molto diffusa in Argentina, Buenos Aires a parte. A quale titolo è legato il suo debutto? Il mio debutto è legato all’Accademia d’arte Lirica di Osimo, dove all’interno del Festival della Valle d’Itria di Martina Franca, presi parte all’opera Achille in Sciro di Domenico Sarro, interpretando il ruolo di Ulisse. Invece il suo “rapporto” con Rossini? La musica di Rossini attualmente fa la parte del leone nel mio repertorio. Ovviamente non limitato solo a questo, infatti canto anche Donizetti, Bellini, Mozart e il repertorio Barocco. Lavoro spesso a Pesaro al Rossini Opera Festival. Di recente ho preso parte all’opera La Donna del Lago, insieme a Juan Diego Florez diretto da Michele Mariotti, dai quali ho appreso molto rispetto a questo repertorio. Ci parla de’ La Cenerentola che sta cantando a Salerno in questi giorni? È uno fra i titoli, con Il Barbiere di Siviglia e L’Italiana in Algeri, che ho cantato maggiormente. La fortuna per noi cantanti, in relazione soprattutto all’opera lirica ed in particolare all’aspetto attoriale, presuppone il fatto di poter reinterpretare lo stesso ruolo in modo sempre nuovo, seguendo le indicazioni e l’idea registica. Amo molto questo aspetto del mio lavoro. La Cenerentola che stiamo realizzando a Salerno è senza dubbio di stampo classico, ma non senza spunti innovativi. Uno fra tutti, l’idea di pensare l’intera vicenda come in un sogno, caratterizzata da un’aura onirica che pervade tutta l’opera. Questa lettura, che ci ha proposto il regista Canessa, mette in risalto l’essenza fiabesca, generando un senso di astrazione. Quali saranno i suoi prossimi impegni? Prossimamente sarò a Vienna, dove inciderò un CD di musica barocca interamente dedicato alla natività nella musica barocca italiana e spagnola, in collaborazione con il Bach Consort. Poi, due titoli rossiniani Donna del Lago a Sofia e nuovamente La Cenerentola al Teatro di Francoforte. A seguire, Don Pasquale di Donizetti in Austria a Erl e un ritorno al Rossini de’ Il Turco in Italia a Losanna in Svizzera.