Sono giorni molto caldi questi per la fabbrica di Battipaglia Fos-Prysmian. La proprietà, date le enormi difficoltà che il settore di produzione di fibre ottiche sta attraversando a causa di una fortissima concorrenza estera, ha deciso di avviare la cassa integrazione per trecento operai, iniziativa che è il preludio per la chiusura dei macchinari e la definitiva morte della realtà lavorativa. Ciò causerà la disoccupazione per i trecento operai e per altrettanti lavoratori dell’indotto, una perdita enorme per il comparto e per il circuito economico del territorio.
Da questa negativa prospettiva per il futuro, parte la mobilitazione di dipendenti e sindacati che chiedono certezze e interventi seri per salvare il salvabile. Ad alzare la voce, in senso figurato, è un personaggio di spicco della società battipagliese e cioè il parroco del quartiere Taverna Don Luigi Piccolo che officia nella chiesa di Santa Teresa del Bambin Gesù dove gestisce con successo un oratorio e una lunga serie di iniziative volte al sociale. «Sgombriamo il campo da equivoci – le sue parole – noi non volevamo andasse così. La chiarezza è fondamentale per stabilire i canoni di quello che ci stiamo dicendo. Sognavamo altro e dico sognavamo perché quando si parla di figli, di futuro, dell’avvenire di una famiglia, qui ci sentiamo traditi perché se è vero che il territorio riceve tanto in questo caso il territorio è stato mortificato del tutto». Parole forti quelle scelte da Don Luigi Piccolo che come sempre non va tanto per il sottile: «Noi non possiamo e non vogliamo tacere – ragiona – con che cosa stiamo progettando la vita degli altri? Si è parlato, adesso, di ulteriore tempo e cioè tre settimane. Saranno per queste famiglie settimane infuocate ma che siano tre settimane concrete. Noi vogliamo risposte vere – conclude – le parole hanno avuto loro corso e lo sapevamo già. Noi pretendiamo il futuro, questi operai pretendono il futuro ed è un loro diritto. Questa cosa grida vendetta al cospetto di Dio».
Ad intervenire è anche il consigliere regionale Michele Cammarano: «Le recenti decisioni relative ai bandi del Pnrr per l’installazione della fibra ottica ci preoccupano. In particolare, tra i requisiti tecnici richiesti per la partecipazione alle gare non sono contemplati standard minimi di qualità e ciò potrebbe mettere a rischio la sicurezza e l’efficienza delle reti di telecomunicazioni. Questa eventualità potrebbe comportare non solo una lesione del principio di leale concorrenza ma anche una minaccia per la competitività, oltre che una potenziale compromissione della stessa sopravvivenza dello stabilimento Fos, con gravi conseguenze per i lavoratori e per l’economia locale. La situazione è ulteriormente preoccupante se si considera il ritardo nell’attuazione dei progetti legati al PNRR, come evidenziato dai dati forniti dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio: solo il 7,4% dei fondi spesi nel 2023 e il 75% dei progetti in ritardo rispetto alla pianificazione prevista. Ho chiesto al ministro Urso di intervenire tempestivamente». Nel frattempo i tanti lavoratori in presidio da sabato avrebbero organizzato per questa mattina una protesta davanti all’ospedale Santa Maria della Speranza della Battipaglia.