di Carmine LANDI
BATTIPAGLIA. «La vedo grigia»: s’è pronunciato così sulla quaestio “Forum dei Giovani” Alessio Cairone, ex-segretario dei Giovani Democratici che rassegnò le proprie dimissioni all’indomani dell’elezione all’assise giovanile con 355 voti, alle spalle del primo eletto, Giuseppe Salvatore, coordinatore provinciale dei Giovani di Forza Italia, che si guadagnò la maggior fetta di consenso (480 voti). Cairone, infatti, in compagnia di Giovanni Valletta, altro eletto del forum, è stato ricevuto da Gerlando Iorio, Ada Ferrara e Carlo Picone, membri della triade commissariale che regge le sorti dell’amministrazione battipagliese: per circa 90 minuti – la durata di una partita di calcio – i due ragazzi hanno cercato di avere qualche spiegazione circa l’annosa quaestio della proclamazione che tarda a venire, e forse qualche gol l’hanno realizzato.
«Iorio e i suoi – ha dichiarato Cairone – ci hanno spiegato che, per quel che riguarda la proclamazione degli eletti a comporre il Forum dei Giovani, c’è un vizio di forma relativo a una norma sul voto dei minorenni sprovvisti di documento d’identità».
In effetti, consultando la sezione del sito ufficiale del comune dedicata al Forum dei Giovani, si può leggere un avviso in cui si specifica che «l’elettore minorenne sprovvisto di carta di identità e/o altro documento di riconoscimento può votare esibendo apposita dichiarazione, resa in carta libera dall’esercente la patria potestà, ovvero l’elettore minorenne può votare se accompagnato da maggiorenne munito di valido documento di riconoscimento».
Il cruccio, come da buona tradizione del burocratese, è costituito proprio dall’enigmatico “ovvero”: «i commissari – ha spiegato il giovane – stanno cercando di capire se l’aver seguito la seconda opzione piuttosto che la prima possa aver favorito qualcuno dei candidati anziché qualcun altro».
Cairone, Valletta e la commissione straordinaria, inoltre, si sono confrontati sul problema della durata: «c’è un aspetto del regolamento – ha proseguito il giovane – che va chiarito, dal momento che si parla di una durata pari a quella dell’amministrazione comunale, ma ciò si presta a facili equivoci, dal momento che si può pensare che questo forum duri fino a ottobre 2015, quando cioè i commissari andranno via, ma si può ipotizzare anche che gli eletti restino in carica per cinque anni, che è il lasso temporale canonico di un’amministrazione comunale».
Naturalmente, specificare meglio la quaestio servirebbe a evitare che giovani del forum, vogliosi di misurarsi con una candidatura alle prossime elezioni comunali – che comporterebbe, da regolamento, alla decadenza del “forumiere” in questione – non sappiano come agire di fronte a una normativa ambigua.
Ad ogni modo, pare che Iorio e i suoi abbiano deciso di convocare gli eletti in un’assemblea nell’arco di un mese a partire da oggi, così da discutere insieme circa le mille problematiche sorte. Ovviamente, la riunione sarebbe un valido preambolo per l’agognata proclamazione.
Al di là di quanto venuto ufficialmente fuori, però, il dubbio l’ipotesi di un clima di irregolarità permane: stando a fonti attendibili, infatti, pare che l’amministrazione comunale, insospettita da alcune strane azioni, abbia chiesto direttamente alla Procura della Repubblica di analizzare la faccenda, così da accertare l’assenza di pesanti ingerenze di cui di parla da lungo tempo.
Sulla questone, comunque, è intervenuta anche Cecilia Francese, leader di Etica per il buon governo: «Battipaglia – ha dichiarato la pasionaria endocrinologa – è una città i cui organismi democratici sono stati sciolti per “infiltrazione camorristica”, con conseguente negazione del diritto a scegliere liberamente il proprio governo cittadino. Se, dunque, in occasione delle elezioni elezione del Forum Dei Giovani, che erano un tentativo di riavviare la normalità democratica cittadina, c’è stato qualcosa di poco chiaro, riteniamo che la città lo debba sapere, o altrimenti si consenta l’insediamento ufficiale degli organismi giovanili e si dia la possibilità ai nostri giovani di recuperare i propri luoghi di confronto, indipendentemente da chi quelle elezioni le abbia vinte. Si consenta, insomma ,a questa città di incominciare a ripristinare i propri spazi di democrazia».