di Brigida Vicinanza
“Inviterei il governatore De Luca, il suo vice Fulvio Bonavitacola e il sindaco Enzo Napoli a vivere per due giorni di fronte alle fonderie Pisano e a sentire ciò che i cittadini hanno patito in tutti questi anni”. Una provocazione quella di Lorenzo Forte, che durante una conferenza stampa ieri ha confermato il rispetto nella decisione della Magistratura, ma la non condivisione ovviamente con la riapertura dell’opificio di Fratte. Forte continua a sposare la linea dura della battaglia a favore della vita e non si fermerà insieme al suo comitato, affinchè ora la Procura possa avanzare ancora una volta le iniziative giuste per la lotta. Il comitato spera nella decisione della Procura di ricorrere alla Cassazione per ristabilire la difesa del diritto alla Salute e per ottenere la chiusura dello stabilimento condividendo pienamente ciò che è stato dichiarato dal Procuratore Capo Lembo, ovvero che esiste tutt’oggi il pericolo per la salute dei cittadini e degli stessi lavoratori. “Noi abbiamo trovato molte contraddizioni in questo riesame di apertura – continua Forte – Per esempio nel 2007 c’è una sentenza passata ingiudicata che dice che quella fabbrica non aveva le autorizzazioni per immettere fumi invece il riesame dice che dal 1998 possedeva tutte le autorizzazioni. E ancora ad esempio si sta confondendo il certificato di prevenzione incendi con un verbale dei vigili del fuoco perché ad oggi il certificato di prevenzione incendio non c’è”. Lorenzo Forte ha sottolineato che l’Arpac di Salerno, l’Asl e Il Parco Urbano dell’Irno per la seconda volta, entro il 27 dicembre, dovranno esprimere un parere sulla compatibilità o meno della fabbrica con il territorio e, ad oggi, non essendo ancora arrivato nessun parere, anch’essi si stanno rendeno complici nel far consegnare un’autorizzazione alla Regione Campania ancora una volta illegittima. E proprio l’Arpac di Salerno secondo Forte non ha svolto al meglio il suo lavoro: “Ricordiamo che tra i dirigenti e dipendenti dell’Arpac di Salerno ci sono degli avvisi di garanzia e un processo, quando sono entrati all’interno delle Pisano per i controlli hanno trovato soltanto dei vetri rotti. Mentra quando le Arpac della Regione hanno fatto una task force, ci hanno potuto dare ragione, sottolineando quello che noi abbiamo sempre ripetuto da anni”. Aggiunge ancora il presidente: “Non ci riteniamo sconfitti da questa ultima decisione di riapertura perché abbiamo la Procura che ha fatto il ricorso in Cassazione, però il 28 gennaio scenderemo nelle strade di Fratte per manifestare la nostra intollerabilità a quei fumi e a quelle molestie. Vogliamo smentire quello che ha scritto il riesame che si tratta un’intolleranza soggettiva perché è almeno dal 1988, da quando abbiamo le prime interviste, che la comunità subisce e denuncia l’irrespirabilità e che l’articolo 32 della costituzione alla salute non è garantito nella Valle dell’Irno”. E anche per quanto riguarda il nuovo centro commerciale “Le Cotoniere”, Lorenzo Forte punta il dito: “Sono stato quello che in consiglio comunale, ha votato contro la variazione per l’Mcm. Così hanno praticamente distrutto tutta la Valle dell’Irno”. Ma per il Comitato la politica e chi di dovere non ha sempre fatto il suo dovere, anzi troppo spesso è rimasta in silenzio, senza prendere i giusti provvedimenti o ancora contraddicendosi e ora è giusto che prenda una posizione. Forte conclude con una provocazione, invitando i magistrati, Bonavitacola, De Luca e Napoli a trascorrere qualche ora in uno degli appartamenti della zona per poter far constatare quello che si prova a vivere nella continua puzza di fumi e polveri ad alto tasso di inquinamento.