Bugie, o meglio, “balle”: Stefano Caldoro, capo dell’opposizione nel Consiglio regionale della Campania, attacca Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, per le misure di accelerazione della spesa. Secondo De Luca, la maggioranza dei Comuni che ha avviato progetti con la misura di accelerazione della spesa dei fondi europei, seguendo una delibera del suo predecessore, Caldoro appunto, rischia il dissesto finanziario perché non si riuscirà a rispettare il termine del 31 dicembre di quest’anno.
Non è così per Caldoro che mostra una delibera, la numero 46 del 9 febbraio 2015, quindi quando ancora era in carica come governatore, dal titolo “Misure di salvaguardia”. In pratica il documento prevede che, facendo ricorso a misure messe a punto da Governo nazionale e Commissione europea, i Comuni che, entro il 31 dicembre 2015, non riescono a ultimare i lavori, “non perdono i finanziamenti né devono pagare di tasca propria perché i progetti vengono spostati sul cosiddetto ‘Programma parallelo’, ossia sui Pac”.
Caldoro punta il dito contro De Luca e dice: “Non sta applicando una delibera che risolverebbe i problemi a cui stanno andando incontro i Comuni che lamentano anche il blocco dei pagamenti da parte della Regione, innescando un circolo secondo cui la Regione non paga i Comuni e i Comuni, a loro volta, non posso pagare le imprese”. Così Caldoro annuncia che presenterà, nell’ottica di una “operazione trasparenza, un esposto alla task force e alla Commissione europea per denunciare il blocco della spesa” perché l’atteggiamento di De Luca altro non è che una “azione vessatoria nei confronti dei Comuni”.
E ha fatto sapere di essere “pronto a sostenere qualsiasi azione contro Regione”. “Chiedo ai Comuni – afferma – di costituirsi contro Regione che causa blocco pagamenti”. Per Caldoro, inoltre, “ad oggi più di 300 Comuni hanno superato il 50% dei lavori”. Nessun rischio, insomma, per l’ex presidente della Giunta regionale, di perdere i finanziamenti europei. Per Caldoro, la decisione di De Luca di non attuare la delibera è dovuta a un ricorso al Tar che “l’allora sindaco di Salerno presentò contro le misure di accelerazione della spesa e che ha perso”.