di Andrea Pellegrino
Non decolla la raccolta differenziata in Regione Campania. A certificarlo è lo stesso Osservatorio regionale sulla gestione dei rifiuti che, lunedì scorso, ha pubblicato i dati sul Burc. Nessun passo in avanti, con un dato significativo che non risponde alle aspettative del piano regionale. Rispetto al 57,4 per cento atteso dal governo regionale, l’osservatorio ha certificato il 52,88 per cento della raccolta differenziata sul territorio campano nel 2017. Appena di uno 0,5 per cento in più rispetto al 2016 ma comunque inferiore rispetto alla tabella di marcia. D’altronde che la raccolta differenziata proceda a passo di lumaca è abbastanza visibile in ogni comune della regione. Complice anche il mancato completamento dell’impiantistica, compreso il sito di compostaggio di Salerno che resta. allo stato, inspiegabilmente, ancora chiuso. Secondo i dati provinciali, la cui somma segna il 52, 88 per cento di differenziata, in testa si afferma la provincia di Benevento, a conferma anche dei dati che qualche settimana fa furono resi noti da Legambiente. Benevento conduce, infatti, con il 70,64 per cento di raccolta differenziata; segue Salerno con il 61,61 per cento; poi Avellino con il 56,60 per cento, Caserta con il 54,20 per cento ed infine Napoli con il 48,30 per cento. In provincia di Salerno sono tredici i comuni che non arrivano al 50 per cento di raccolta differenziata. Malissimo Pagani, che si attesta appena al 23 per cento; Gioi al 31; Torraca al 33; poi San Gregorio e Vietri sul Mare al 38 per cento circa; ancora Campora al 39 per cento. Raggiungono e superano il 40 per cento: San Marzano sul Sarno (41), Santomenna (43), Palomonte (46), Angri, Scafati e Stio al 47 per cento ed infine Pontecagnano Faiano che si ferma al 48 per cento circa. «E’ sempre più ampio il gap tra gli annunci di questo governo regionale e gli obiettivi realmente raggiunti – tuona il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Vincenzo Viglione Gli ultimi dati sulle percentuali di raccolta differenziata raggiunte nel 2017, dimostrano non solo che c’è ancora molto da fare, ma che le attuali politiche di gestione del ciclo rifiuti in Campania si confermano del tutto fallimentari. Lo si evince dal margine tra le previsioni sul trend della differenziata, che nel favoloso mondo di De Luca avrebbe dovuto raggiungere il 57,4% su base regionale nel 2017, e il dato appena pubblicato ed elaborato dall’Osservatorio regionale gestione rifiuti e riportato dall’edizione aggiornata del rapporto Ispra, pari al 52,88%. Poco più dell’1% di incremento rispetto al 2016 a fronte di una forbice che però si allarga a quasi il 5% rispetto agli obiettivi del piano regionale. Numeri che non ci sorprendono affatto, considerata la sistematica opera di dirottamento di ingenti risorse dal ciclo ottimale dei rifiuti alla sempre più fallimentare operazione di rimozione delle ecoballe, che nel frattempo continuano fare bella mostra di sé e dello scempio ambientale che rappresentano». «Gli ultimi dati – sottolinea Viglione – registrano l’ennesimo passo indietro della Regione rispetto ai suoi stessi programmi. Un flop frutto del mancato confronto con le comunità e le forze politiche in Consiglio regionale, che sarebbe stato teso a migliorare un piano regionale propagandato in pompa magna, ma rimasto lettera morta in relazione soprattutto a misure prioritarie come le strategie di incremento della differenziata piuttosto che la realizzazione della rete di compostaggio di comunità. Uno stallo inaccettabile dovuto anche delle pesanti responsabilità politiche che in questi anni hanno paralizzato le procedure di costituzione degli Ato e conseguentemente i procedimenti di nomina dei direttori generali, alcuni dei quali ancora non pervenuti. Ci chiediamo con quale faccia e quali argomenti De Luca si presenterà a Bruxelles per chiedere una riduzione delle sanzioni europee che continuano a costare ai cittadini campania ben 120mila euro al giorno per effetto anche della non corretta gestione dei rifiuti urbani».