«Non penso di candidarmi alle Europee». Lo ha dichiarato l’ex presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico, ospite alla seconda giornata del Giffoni Film Festival, in programma a Giffoni Valle Piana in programma fino al 29 luglio. «Quello che si fa in Europa – ha detto ai giurati – è strettamente correlato con quello che avviene nei nostri territori. Pensiamo ai temi della corruzione, dell’ambiente, della programmazione energetica, del salario minimo. Sono idee che maturano nel Parlamento Europeo e poi tornano nel nostro paese e quindi sui nostri territori». Tanti i temi trattati con i ragazzi della sezione Impact della 53esima edizione Festival, particolarmente attenti e solleciti sulle questioni legate ai diritti umani, dove chiedono unità d’intenti da parte della politica. A partire dalla grazia concessa a Patrick Zaki, Fico ha raccontato la difficoltà dei rapporti diplomatici e poi ha parlato del suo impegno verso la verità per il caso di Giulio Regeni, chiedendo chiarezza anche su quello di Mario Paciolla, ricercatore Onu assassinato durante una missione in Colombia. «Sul caso di Giulio Regeni, e dunque sul rispetto dei diritti umani, credo di aver fatto l’impossibile da Presidente della Camera. Sono una delle poche persone che può stare con la famiglia di Giulio». E ancora: «Giulio Regeni potrebbe essere uno di voi», dice ai ragazzi. E non risparmia attacchi all’Egitto: «Non è un Paese che rispetta i diritti umani. L’Egitto è un Paese che reprima la libertà di pensiero. Al-Sisi rappresenta questa dittatura. Zaky – ricorda – ha esclusivamente espresso un pensiero libero contro la dittatura». Fico, nel ricordare il lungo periodo di detenzione dello studente Egiziano iscritto all’Università di Bologna, sostiene che al-Sisi lo abbia «usato come carta di scambio per altre cose, studiando lui in Italia». Fico approfondisce la vicenda raccontando dell’incontro con al-Sisi da presidente della Camera: «Quando sono stato eletto, sarei dovuto andare in Egitto per altre questioni. Allora ho chiamato la famiglia di Giulio Regeni per capire cosa si poteva fare. Se io ero la terza carica dello Stato dovevo poter fare qualcosa». Il già presidente della Camera racconta che al-Sisi ha chiesto di parlare «esclusivamente di Giulio Regeni». Fico fa anche il punto sul processo, bloccato dall’opposizione che l’Egitto fa rispetto al rilascio degli indirizzi dei quattro indagati per le necessarie notifiche. «È un corto circuito. Adesso si dovrà esprimere su questo la Corte Costituzionale». Quindi, l’attacco: «A me fa molto arrabbiare è che la postura che il nostro Paese spesso ha con questi governi, quindi riguardo ai diritti umani, è debole, troppo poco incisiva. Capiamo tutti l’importanza di certi Paesi rispetto alle politiche migratorie, alle politiche energetiche, alla guerra e alle difficoltà nel Mediterraneo e anche rispetto al mercato e all’economia, ma non possiamo mai pensare che dall’altro lato noi non mettiamo sul piatto i diritti umani. Non possiamo fare passi in avanti se non vengono rispettati i diritti umani. Penso che in alcuni casi può andare avanti con l’affermazione di altre cose vicino, ed è quello che secondo me nel nostro Paese avviene troppo, troppo poco». Non manca anche un riferimento al caso di Mario Paciolla (l’attivista di Napoli morto in Colombia durante l’esercizio delle sue funzioni di osservatore Onu dell’accordo tra governo colombiano e Farc), i cui genitori sono stati ospito al Giffoni un anno fa: «Qualche giorno fa ho partecipato con i genitori a una manifestazione a Napoli. Siamo sicuri che Mario non si è suicidato. Abbiamo reticenze forti dall’Onu e abbiamo una procura, quella colombiana, che va per il suicidio. Stiamo cercando di chiedere ai nostri magistrati che saranno lavorando sul caso di non archiviare».
Tante le domande sui giovani e la politica. «Ogni persona, soprattutto ogni giovane, non deve mai essere indifferente, l’indifferenza ammazza il dibattito nella società. Voi – dice Fico ai giffoner – dovete essere partecipi e attivi in tutti i dibattiti della società». E ancora: «La politica non è un grado di ascoltare i giovani, di connettersi fino in fondo con le loro esigenze, lo vediamo anche con i Friday for future. A volte vive in un mondo autoreferenzial». Dunque, «voi dovete essere sempre una nuova avanguardia, che spinga la classe politica a fare meglio ogni giorno, fino a quando non la possiate sostituire». Fico, esprimendosi a favore del voto ai fuori sede nel luogo in cui studiano o lavorano, precisa: «Il tema più generale è quello della disaffezione al voto di giovani e adulti. Perché? La politica sta allontanando le persone perché, soprattutto a livello territoriale, può sembrare che il voto non porti cambiamento e sembra quindi inutile votare. Io dico che è utile partecipare al voto. E, dopo il voto, combattere per quello in cui si crede». E ancora: «La disaffezione al voto nasce perché non si ritiene più la politica capace di cambiare le cose, il non voto è un voto politico, un dire “non voglio più credervi”».
Non manca un passaggio sull’Ue: «I cittadini e le cittadine italiani vivono come qualcosa di lontano il Parlamento europeo, mentre tanti giovani pensano di vivere in piena Europa. Bisogna far capire che in quel luogo si curano anche gli interessi del territorio». Il già presidente della Camera, su una sua possibile candidatura al Parlamento europeo, taglia corto: «In questi anni sono stato spesso a Bruxelles, a Strasburgo, conosco bene l’Europa e le sue istituzioni, ma in questo momento non ci sto pensando, non ho alcuno scoop da darvi». E non manca neppure un passaggio sulle forze di governo: «La destra, oggi, è destra-centro, Fdi è assolutamente destra e sono loro il partito principale della coalizione». Fico sottolinea «la capacità di unirsi alle elezioni» dei partiti di destra «nonostante forte i litigi interni che avvengono anche ora. Invece – dice – la sinistra ha sempre avuto un dibattito interno più forte. Nel Pd – continua – ci sono anche idee molto diverse. A Napoli, terza città d’Italia, governiamo insieme al Pd». Non nasconde la speranza di «lavorare insieme per fare un’alternativa fondata su programmi all’avanguardia e seri. Spero – dichiara – che possiamo sostituire prima o poi questa destra, che mi torva contrario in ogni azione che fa». L’unione è invocata soprattutto quando si parla del rispetto dei diritti: «È nel momento della privazione che ti accorgi di come possano mancare la libertà e i diritti. E quando si parla di diritti è necessario che tutti siano uniti, e se una parte di politica attacca certi diritti è dovere dell’opposizione essere unita. Diritti lgbtq+, lavoro migranti: le opposizioni devono essere unite. E su questi aspetti siamo uniti anche con il Pd».
Infine, un passaggio sull’uso dei social da parte della politica: «La politica usa i social come fanno tanti altri settori della società. La superficialità e la banalizzazione avvengono in tanti settori e in tanti campi. Penso – afferma – che la politica sui social oggi sia banale e tenda verso il basso, perché tende a cavalcare sempre la polemica del momento. L’etica nella comunicazione è fondamentale, altrimenti si continua a fare esclusivamente propaganda». Per Fico, sui social, e non solo, «si punta spesso il dito contro l’avversario politico perché è più semplice e si ha più seguito. Invece, noi dobbiamo essere in grado di parlare di contenuti, di dire quello che vogliamo fare e vogliamo essere». Infine ai giffoner ha lanciato un appello: «Nonostante tutto, le istituzioni sono fondamentali perché rendono possibile la nostra vita democratica. E lo sono al di là della politica che si muove all’interno. Cerchiamo di essere costruttori sempre più forti di istituzioni democratiche che rappresentino noi stessi in questa Repubblica”:».